Per un giornalismo che ritorni al “cuore della democrazia”

Nel corso della 50^ Settimana Sociale dei Cattolici svoltasi a Trieste, l’Ucsi – Unione Cattolica Stampa Italiana – ha presentato un vademecum di pregnante essenzialità, frutto del “laboratorio diffuso” maturato dall’esperienza dell’ultima Scuola di alta formazione Ucsi di Assisi.
Alla tavola rotonda hanno partecipato Salvatore Ferrara, presidente Ucsi FVG, Cristiano Degano, presidente Ordine dei giornalisti FVG, Vincenzo Varagona, Maria Luisa Sgobba e Salvatore Di Salvo, rispettivamente presidente, vicepresidente e segretario nazionale Ucsi, Giuseppe Delle Cave e Renato Piccoli. Scopo dell’incontro la riflessione sullo “stato di salute” del giornalismo in Italia, a partire dall’analisi del vademecum che titola “Oltre le 5W, 5M per un giornalismo responsabile” e si configura come un piccolo, prezioso manifesto per ripensare il mestiere rispondendo alle sfide lanciate dalla contemporaneità.
La regola delle 5W (What, Who, Where, When, Why, ovvero Che cosa, Chi, Dove, Quando, Perché) – la grammatica della scrittura giornalistica – non basta più. Dal cantiere aperto ad Assisi, che ha visto confrontarsi, organizzati in gruppi di lavoro, giovani giornalisti coordinati da colleghi di più lungo corso, è emersa la necessità di restituire autorevolezza e credibilità al giornalismo, boicottato dai social e dal potere, non più capace -fuori dalle logiche polarizzate del parteggiare- di pungolare l’opinione pubblica stimolandone il senso critico e la partecipazione. Un’informazione che corre veloce, perde in qualità, sacrificando l’approfondimento. “Se -con le parole di Salvatore Ferrara- il giornalismo vive tempi di “affanno”, allora è proprio in questo momento che i giornalisti sono chiamati a fare di più”, qualitativamente di più: “More”, declinato in 5M, che sono delle W rovesciate e non sostituiscono, ma si sovrappongono, integrandole, alle 5W canoniche, e corrispondono a 1. Più domande, più fonti 2. Più tempo 3. Più linguaggi 4. Più tutele, diritti, libertà 5. Più umanità, indispensabili a riportare il giornalismo “al cuore della democrazia”, tema della Settimana Sociale. “Non poteva mancare un appuntamento dedicato all’informazione se si parla di democrazia” ha detto il presidente Degano. “In un tempo in cui molti sono condizionati dalle “camere dell’eco” che crea il web, rimane fondamentale il ruolo del giornalista, tenuto a rispettare una deontologia professionale”. La crisi del giornalismo è direttamente proporzionale alla crisi della democrazia, sfiduciata in varie parti del mondo, in sofferenza quanto a tenuta delle istituzioni e a partecipazione dei cittadini nei
processi decisionali.
“Il rischio ora – lo ha indicato Varagona – è che i giornalisti, cani da guardia della democrazia, si trasformino in cani da compagnia del potere”, abdicando al proprio ruolo. “Occorre ascoltare con l’orecchio del cuore, come richiamato da papa Francesco, e mettere al centro la persona”. Nel segno di un giornalismo responsabile e costruttivo, in grado di intercettare i bisogni delle persone.
“Privare il giornalista della possibilità di fare domande significa negare al cittadino il diritto a ricevere risposte”, si legge nel documento Ucsi. E ancora, “Definire “privilegi” tutele e diritti che spettano ai giornalisti significa imbavagliare la democrazia”. Come ribadito da Renato Piccoli, “Non si può raccontare senza ricercare e verificare. Il giornalista ha diritto ad un giusto contratto e ad una giusta retribuzione”. Secondo Giuseppe Delle Cave, “C’è bisogno di più giornalismo e di più qualità, visto che abbiamo perso il primato della notizia. Il rischio è quello della disinformazione”. Di rincalzo, Di Salvo: “Dobbiamo recuperare il nostro ruolo all’interno del sistema democratico per difendere quel bene comune che è la libertà di informazione, da cui dipende lo stato di salute della democrazia”. “Abbiamo bisogno -la sintesi di Maria Luisa Sgobba- di una nuova cassetta degli attrezzi, per dare conto della pluralità di voci e di linguaggi”.
Tra i componenti del gruppo di lavoro che si è occupato di More humanity – umanità da immettere nelle altre quattro M – una menzione va ai Giovani Ucsi Fvg Ivan Bianchi, Julija Cotic, Serena Queirolo, affiancati da Salvatore Ferrara, Suor Naike Monique Borgo e Roberta Carlucci.
Al termine, si è unito padre Occhetta, consulente spirituale Ucsi, che ha così suggellato l’incontro: “La democrazia vive di parole, e noi ne siamo i custodi. Dobbiamo far diventare cultura ciò che avete intuito, e diffonderlo, perché diventi un habitus e dia forma ad una grande alleanza”. Con i cittadini-lettori, che dovrebbero reclamare il diritto ad essere correttamente informati.

Annarita Cecchin