L’amore vero deve essere sempre gratuito
23 Agosto 2024
La cura e l’attenzione all’altro, la centralità del dialogo, il superamento delle difficoltà e la costruzione di cammini comuni hanno costituito lo spirito attraverso il quale sabato 10 agosto Ronchi dei Legionari ha vissuto la festa patronale di San Lorenzo.
Valori sottolineati dal parroco monsignor Ignazio Sudoso all’inizio della solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal vicario generale dell’Arcidiocesi di Gorizia monsignor Armando Zorzin.
Tra i sacerdoti presenti, c’erano anche il parroco della comunità gemellata di Metlika, don Primoz Bertalanic, il neoparroco di Nova Gorica don Milan Pregelj e il vicario don Bogdan Vidmar.
Nella sua omelia, monsignor Armando Zorzin ha tenuto una riflessione storica che ha fatto luce sul significato della carità e del servizio. Due aspetti che nel tempo hanno avuto degli importanti riferimenti in Europa com’è stato San Luigi Scrosoppi. Riflettendo sulla santità del martire Lorenzo, monsignor Zorzin ha richiamato il “modello di Gesù Cristo che ama gratis” e – contestualizzando tutto questo nella realtà cittadina – ha ricordato gli ultimi tre parroci ronchesi: monsignor Falzari, monsignor Virgulin e don Boscarol.
“Loro hanno fatto un servizio ai poveri secondo il loro tempo – sono le parole di don Armando – hanno testimoniato la presenza di Cristo in mezzo alla gente. Si continui allora sulla corsia della carità anche se meno numerosi ma forti nel soccorso e nell’auto”. Monsignor Zorzin ha ricordato, poi, la correlazione stretta tra la figura del diacono e quella di San Lorenzo, diacono e martire, che ha segnato con la propria vita un momento importante nella lezione di carità all’interno della Chiesa Cattolica.
“La storia della carità – così don Armando – ha inizio da Gesù Cristo quando egli lava i piedi ai suoi discepoli e dice: “Vi ho dato un esempio e voglio che anche voi facciate come ho fatto io”. Vari sono gli esempi che hanno testimoniato la carità, da Madre Teresa di Calcutta fino, per tornar indietro, a San Luigi Scrosoppi, San Vincenzo de’ Paoli, San Martino di Tours e i padri della Chiesa, San Basilio, Cirillo di Geusalemme, Gregorio Nazianzemo, Sant’Ambrogio. La Parola e l’Eucarestia ci diano la forza di lavorare ancora sulla strade del servizio rimanendo nella Carità”. Centrali poi sono stati i due segni promossi e compiuti dal “Comitato monsignor Mario Virgulin e don Renzo Boscarol”.
Il primo, nel ricordo del parroco giornalista, è stato l’assegnazione di un sostegno economico a favore di quattro mamme assistite dal Centro Aiuto alla Vita di Monfalcone. Una di esse, in particolare difficoltà e destinataria dell’aiuto attribuito, è di Ronchi dei Legionari. Sono complessivamente otto le madri ronchesi seguite dal Cav per portare a termine la loro gravidanza.
La presidente dell’associazione Chiara Bressan ha portato i suoi ringraziamenti e ha ricordato la prontezza e la disponibilità di don Renzo nel sostegno all’attività del Centro. Il secondo segno è stato quello della 23^ edizione della consegna della borsa di studio in memoria di monsignor Virgulin, a favore degli studenti del Seminario Interdiocesano.
A ricevere il riconoscimento è stato don Franco Gismano, direttore dello Studio Teologico Interdiocesano. “Lo studio è un impegno non da poco – ha affermato nei ringraziamenti don Gismano – è disciplina, è buona volontà. Va sostenuto con costanza e determinazione”. “La festa patronale di oggi ci offre l’opportunità di riflettere su un tema cruciale cioè la necessità di riportare al centro del nostro pensiero e delle nostre azioni la dimensione dell’essere umano come persona, non solo come individuo, ma come parte integrante di una comunità” sono state le parole del sindaco Mauro Benvenuto intervenuto al termine della celebrazione. “Ronchi dei Legionari – ha continuato il primo cittadino – con la sua storia ricca e il suo forte senso di identità, ha sempre dimostrato di sapere accogliere e abbracciare nuove idee e persone. Questo spirito di accoglienza si riflette nella nostra collaborazione con i comuni gemellati di Wagna e Metlika, legami che durano da oltre cinquant’anni e che rappresentano un esempio di amicizia e cooperazione internazionale”. “La festa di oggi non è solo un momento di celebrazione, ma anche un’occasione per fare un bilancio del percorso amministrativo che abbiamo intrapreso insieme – ha sottolineato Benvenuto – in questi primi due anni, abbiamo lavorato con impegno per realizzare importanti progetti a beneficio della collettività. Abbiamo portato avanti iniziative volte a migliorare i servizi locali, a sostenere le nostre associazioni e a promuovere il nostro patrimonio culturale e sociale”.
“Siamo consapevoli che c’è ancora molto da fare, le sfide che ci attendono sono numerose e complesse, ma affrontarle con successo è possibile solo attraverso un impegno condiviso – ha concluso Benvenuto – la nostra comunità ha un grande potenziale e credo fermamente che, unendo le forze, possiamo ottenere risultati significativi per il bene di tutti i nostri cittadini. Il progresso di cui parliamo non è un traguardo da raggiungere individualmente, ma un cammino da percorrere insieme”. La celebrazione della messa patronale è stata sostenuta dal canto del coro diretto dalla maestra Armanda Cecchini con all’organo la maestra Patrizia Diani coadiuvata da Ivan Bianchi che assieme a don Luigi Fontanot ha anche curato il sussidio liturgico.
Presenti anche le associazioni cittadine, il Gruppo Costumi Bisiachi, le autorità militari, il vicesindaco di Nova Gorica Anton Harej e il questore Luigi Di Ruscio. Al termine della messa, tutti i presenti hanno preso parte ad un momento conviviale offerto dalla Pro loco di Ronchi. Immancabile il concerto di campane suonate a mano dai Campanari del Goriziano. I delegati associativi, quelli parrocchiali e gli ospiti del Comune sono stati ricevuti al pranzo tenutosi all’Agriturismo “Mazzuchin” di Vermegliano.
Salvatore Ferrara e Ivan Bianchi
(foto Leban)
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