La comunità di Romans rientrata a Casa
11 Settembre 2024
“Bentornati a casa!”. Così monsignor Michele Centomo, sabato 7 settembre, nell’annunciare la riapertura della chiesa parrocchiale di Santa Maria Annunziata dopo mesi di lavori e anni di attesa. Era il 30 settembre 2021 quando, a pochi giorni dal suo ingresso, un pezzo di intonaco si staccò dal controsoffitto della parrocchiale rovinando sulla cantoria.
Don Centomo dovette, così, fare l’ingresso in campo San Sebastiano il 10 ottobre successivo. Nulla da togliere alla dignità e alla solennità della celebrazione eucaristica, curata ugualmente in ogni minimo dettaglio, ma è chiaro che, all’interno della Casa del Padre, è tutt’altra cosa.
Così, alla presenza di monsignor Armando Zorzin, vicario generale dell’arcidiocesi di Gorizia, sono state riaperte le grandi porte: a farlo i bambini e i ragazzi della parrocchia, “perché la Chiesa è giovane ma non giovanilista”, così sempre don Centomo.
“La comunità cristiana di Romans è arricchita del luogo sacro per riunirsi nel nome di Cristo Risorto, per diventare epifania della Chiesa intera o, come dice il Concilio Vaticano II, riprendendo una bella espressione di S. Cipriano, per “apparire come ’un popolo radunato nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo’ “(LG 4). La Chiesa, illuminata dalla Parola e corroborata dall’Eucaristia e dai Sacramenti, testimonia nella storia la misericordia di Dio predicandola, esercitandola, realizzandola”, così ancora il parroco.
A tre giovani musicisti, Giacomo Balduzzi, Simone Cecchini e Luca Comelli, il momento musicale di elevazione spirituale dopo la riapertura, goduto appieno da tutti i presenti. “Riaprire la chiesa non è un momento di gioia per la comunità cristiana – così il sindaco, Michele Calligaris – ma per tutta la comunità di Romans d’Isonzo. Come per le scuole, i parchi, le biblioteche anche la chiesa è luogo di socialità e la sua chiusura, per tre anni, si è sentita. Vedere le porte ogni giorno sprangate è stato un duro colpo ma finalmente possiamo gioire nuovamente. Per me e don Michele è il primo ingresso in chiesa, lui da parroco io da sindaco, eletto pochi giorni prima del suo ingresso. A don Michele il nostro ringraziamento, perché ha lavorato con dedizione per consentire di riaprire al culto la nostra chiesa, trovando i fondi e seguendo in prima persona i lavori”, così ancora il primo cittadino.
Quindi, domenica 8 settembre, la Solenne concelebrazione eucaristica alla presenza di numerosi sacerdoti del decanato e non solo: a concelebrare monsignor Arnaldo Greco, canonico del Capitolo Metropolitano Theresiano, e don Nadir Pigato, assistente dell’ospedale di Monfalcone.
“Abbiamo tanto desiderato questo momento (fino a giugno non erano mai state decise date; ogni tanto anche le fake-news volteggiavano nell’aria) che rappresenta il culmine di un cammino di tre anni, considerando gli strascichi della pandemia. Desideriamo proiettarci in avanti per essere Chiesa che incontra con gioia il suo Signore Crocifisso e Risorto, annuncia il suo Vangelo e testimonia la misericordia del Padre”, così monsignor Centomo nei ringraziamenti al termine dsella liturgia.
“Riaprire al culto la nostra Chiesa ricorda a noi tutti che viviamo un tempo di ricostruzione delle fondamenta della fede; non bastano le Chiese – edificio, occorrono Chiese – comunità vive. È urgente riaccendere la speranza della fede in un tempo di neo-paganesimo, è urgente comunicare la gioia del Vangelo. Il tempo che viviamo è tempo non di cambiamenti, ma di cambiamento radicale”.
Un intervento riuscito grazie ai finanziamenti dell’8xMille della Cei. “Un sentito ringraziamento – ha concluso monsignor Centomo – va ai generosi volontari che hanno permesso di completare il tutto, nessuno escluso, specie in questi ultimi giorni affinché fosse pronto per questa giornata: posso dire che nel silenzio l’hanno resa ancora più bella”.
Ivan Bianchi
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