Azione Cattolica: riprendere il largo con fede e speranza

Ci sono momenti in cui stare in casa e ci sono momenti in cui mettersi in viaggio. Prendere il largo è una modalità di chi una volta salito in barca scioglie gli ormeggi e si avvia verso il mare aperto. Prendi il largo (Lc 5,1 -11) è anche l’invito che in questo nuovo anno associativo viene fatto alla Azione cattolica ed ai suoi associati.
L’invito, come credenti è quello di uscire dalle sicurezze della nostra casa e dare respiro ad una progettualità.
La tentazione dello stare a casa, in questo tempo in cui siamo chiamati a vivere ed operare, è grande e rappresenta un grande rischio per tutti. L’invito che Gesù ci fa, nel brano evangelico di Luca, quando Simon Pietro nel brano apostrofa Gesù dicendo “Signore, allontanati da me che sono un peccatore” è di prendere il largo e gettare in acqua le nostre reti. Gettare in acqua le reti è il gesto di saper accettare le sfide, partecipando alla vita dell’umanità con un atteggiamento di ascolto, comprensione e senso di inclusione.
Bachelet nel lontano 1973 sosteneva che alle nostre generazioni “è affidato il compito di tradurre le possibilità in realtà, di allontanare i pericoli, di trasformare l’incerto destino in destino di speranza”. La speranza che sulle parole di Gesù trasforma la pesca in un risultato abbondante. Questo Vangelo allora ci lancia un messaggio di grande attualità: ci invita ad uscire e a costruire legami, con comunità e persone spesso scoraggiate, che a volte hanno smarrito l’entusiasmo, che a volte si svuotano, comunità immobili, appesantite dai propri errori o dalle proprie sconfitte, piene di dubbi.
L’interrogativo per tutti noi è: siamo capaci, oggi, di affidarci e di gettare le reti, ancora una volta, sulla Parola del Signore? Siamo capaci di prendere il largo e di scrutare ciò che ci sembra impossibile ma che di bello e di buono c’è nella nostra vita? L’atteggiamento che ci viene chiesto è quello della speranza che è propria del cristiano, non certamente quella del facile ottimista che invece confida esclusivamente nella fortuna.
La nostra associazione si vuole proporre allora come una realtà capace di cogliere fino in fondo questa chiamata a Prendere il largo, e gettate le reti per pescare, forti del fatto che la più grande ricchezza dell’AC sono le persone: adulti, giovani, ragazzi. Consapevoli che la gran parte della nostra missione avviene in mezzo agli altri, in tutti i luoghi in cui si vive, nella vita ordinaria e straordinaria di ogni persona. Ci viene chiesto non solo di esserci, ma di operare a livello culturale, sociale e politico per impegnarci a recuperare con forza il senso della dignità umana.
Chiamati ad essere allora protagonisti del tempo e della storia, rendendo sempre ragione della speranza che è in noi con quel senso di corresponsabilità che è parte fondamentale del nostro DNA associativo.
Paolo Cappelli – presidente diocesano


Qui i pdf dello speciale dedicato alle attività estive:

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