Pellegrini nella terra della missione di Paolo

Nella prima settimana di settembre si è svolto il pellegrinaggio in Turchia promosso dall’Unità Pastorale “Porta Aperta” di Gorizia, a cui ha partecipato anche il vescovo Carlo e i seminaristi dell’arcidiocesi.
L’itinerario ha portato i pellegrini ad attraversare la terra che è stata il luogo di missione di S. Paolo, la culla in cui è cresciuta la Chiesa delle origini, e il laboratorio in cui i Padri hanno elaborato il pensiero cristiano, in particolare legato al tema della divinizzazione. Inoltre ci si è messi in ascolto anche della sapienza religiosa presente nella tradizione spirituale islamica, in modo particolare quella dei dervisci rotanti e dei sufi. Oltre che per il luogo, la testimonianza della teologia dei primi secoli ed il misticismo islamico hanno molto in comune: l’essere umano può essere veicolo dell’amore eterno di Dio nel tempo. Così come i dervisci portano sulla terra il vorticare delle sfere celesti e dell’amore del Creatore, così anche noi cristiani siamo chiamati ad essere niente meno che degli dèi nella carità, presenze di Dio nel mondo. Ci sono state inoltre brevi e significative testimonianze delle comunità cristiane oggi presenti in Turchia.
Il viaggio ha toccato la Cappadocia, con il suo panorama affascinante e i suoi monasteri antichi; la città di Konya, l’antica Iconio, con la chiesa di S. Paolo e il mausoleo del maestro a cui si ispirano i dervisci, Mevlana Jalal al-Din Rumi; Gerapoli con in suoi templi e le sue sorgenti termali; il mare dell’Egeo; il sito dell’antica città di Efeso; la grande città di Smirne; le rovine di Pergamo e del suo Asklepion; la caotica e affascinante città di Istanbul, con i segni di un passato importante e un più importante ruolo oggi di essere luogo di incontro tra Europa e Asia.
Don Nicola Ban ha aiutato i partecipanti a rileggere gli Atti degli Apostoli e alcuni passaggi dell’Apocalisse. Don Matteo Marega, attraverso dei testi, ha cercato di far conoscere ogni giorno un Padre della Chiesa, soffermandosi soprattutto sui tre cappadoci Basilio il Grande, Gregorio di Nissa suo fratello e Gregorio di Nazianzo. Il vescovo Carlo ha presieduto le celebrazioni eucaristiche in chiese antiche, in chiese moderne, e a volte anche negli alberghi. I seminaristi hanno introdotto alla preghiera dei salmi.
Questa la voce di due seminaristi
Matteo: Percorrendo l’itinerario di S. Paolo, ascoltando S. Basilio, ho ripensato al mio percorso vocazionale in seminario: vorrei avere una disponibilità piena al progetto di salvezza che Dio ha per noi, vorrei essere sensibile all’annuncio del vangelo, in modo particolare i cristiani che hanno bisogno di essere rievangelizzati. Un grande esempio di questo ascolto nuovo della Parola è stata Maria che abbiamo conosciuto meglio come “Madre di Dio”.
Questo pellegrinaggio è stato anche una bella esperienza di cammino di gruppo, che mi invita a donarmi totalmente, con più gioia e slancio.
Anche il confronto con le altre tradizioni religiose, ma soprattutto con l’esperienza dei dervisci, mi ha aiutato a sentire come Dio è lassù nei cieli e quaggiù sulla terra.
Marco: Il viaggio che abbiamo vissuto in Turchia e Cappadocia è stato per me un’esperienza unica; mai mi sarei aspettato di vivere questi giorni con così grande gioia.
Abbiamo visto luoghi e paesaggi meravigliosi, ricchi di storia e impregnati di una fede che ci ricorda una Chiesa in cammino dai suoi primi tempi fino ad oggi.
Tutto questo lo abbiamo potuto assaporare grazie ai profondi momenti di riflessione e meditazione curati da don Matteo e da don Nicola, i quali ci hanno accompagnati in questo pellegrinaggio attraverso i Padri della Chiesa.
La cosa che mi ha reso più felice è stata il fatto di condividere questo itinerario con un bel gruppo di persone, le quali si sono dimostrate molto accoglienti e di grande amicizia.
Ringrazio di cuore il nostro Arcivescovo, per avermi permesso di vivere questa bellissima esperienza ricca di fede, incontri, testimonianze e amicizie.