Invitati a pregare nella “Cattedrale del Creato”

“I tempi in cui viviamo dimostrano che non ci rapportiamo alla Terra come a un dono del nostro Creatore, ma piuttosto come a una risorsa da utilizzare.”
Questa breve frase, in cui ci imbattiamo scorrendo i materiali di supporto alle iniziative per il Tempo del Creato (1° settembre – 4 ottobre), ci suona strana, e provocatoria. Che c’è di male, a considerare la Terra come una risorsa, la “nostra” principale risorsa?
C’è molto di male, in realtà: un male subdolo, il verme che rode l’interno del bel frutto, il pensiero orientato all’egoismo che guasta la bellezza del dono, il “mio, è mio!” del bambino che preferisce rompere un gioco piuttosto che condividerlo.
Il Creato non è nostro. Così dice Gen. 2, 15: “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.” Coltivare, custodire: i verbi della cura, non della spoliazione, né dello sfruttamento, o dell’inquinamento.
Il Creato è di Dio, che con saggezza e amore ha dato vita a innumerevoli forme e varietà di creature, quelle che ammiriamo davanti a un paesaggio alpino o a uno squarcio di mare, ma anche quelle che abitano il nostro balcone, il cielo davanti alla finestra, i giardini della nostra bella città.
“Riconosciamo (…) l’intero cosmo, comprese tutte le parti viventi e non viventi della Creazione di Dio, mostrando il nostro rispetto teologico, la nostra riverenza, la nostra responsabilità e la nostra interdipendenza con il mondo naturale.
“Varrebbe la pena soffermarsi un po’ su questa seconda frase, e in particolare sul “rispetto teologico”, che è la chiave di volta del magistero di papa Francesco sulla custodia del Creato. Rispetto teologico significa: le creature di Dio sono da Lui amate, tutte; hanno tutte un senso nel disegno del loro Creatore; sono tutte in dialogo con Lui mentre esistono nel mondo. Minacciarne la sopravvivenza è un torto fatto all’amore che Dio ha per loro, e al dialogo che Lui intreccia con loro.
A questi temi è stato dedicato il Tempo del Creato di quest’anno. Ne celebreremo insieme la conclusione martedì 1° ottobre al Parco dell’Isonzo alle ore 17. Sono invitati tutti i credenti cristiani della città (cattolici ed evangelici).
Ascolteremo il grido della natura e dei fratelli più poveri, aiutati in questo da un membro del Corpo Forestale della Regione FVG e da qualche migrante per motivi climatici, mentre il pastore Jens Hansen commenterà per noi un brano dalla Lettera ai Romani. Ci saranno proposte concrete per fare la nostra parte nei confronti del terribile cambiamento climatico che stiamo vivendo. L’organizzazione è a cura della parrocchia di S. Giuseppe Artigiano dell’Unità pastorale San Giovanni Bosco.
Ad uno dei suoi vicari parrocchiali, don Pierpaolo Rossini, ci si può rivolgere per ulteriori informazioni.

Teresa Candita