Pellegrini di speranza e di pace

Quando si va a camminare in montagna, se si incontra qualcuno lungo il sentiero, ci si saluta con cordialità.
Se poi si arriva su una cima particolarmente impegnativa, ci si sente particolarmente legati alle persone con cui si è fatto il sentiero, ma anche con coloro che magari si trova sulla cima. Quando si sale, diventa più facile convergere e sentire la vicinanza.
Anche quando si entra in una chiesa,
in genere, si dà un credito di fiducia
alle persone con cui si condivide la preghiera.
Alle persone che sono degli sconosciuti fuori di chiesa e che magari parlano un’altra lingua o appartengono ad un altro paese, quando ci si ritrova per pregare, si offrono sorrisi autenticamente cordiali e si è pronti a dare il segno della pace.
Se poi ci si ritrova a pregare sulla cima di un monte, dopo aver fatto un pezzo di strada insieme, la comunione e la fraternità possono essere profonde
e vere.
È un po’ questa l’esperienza che da molti decenni porta le comunità del territorio di Gorizia e di Nova Gorica ad incontrarsi a Monte Santo – Sveta Gora per vivere insieme un pellegrinaggio lì dove c’è stata un’esperienza particolarmente forte di incontro con Maria e dove ci si sente liberi di chiedere delle grazie alla Madre di tutti i popoli. Negli anni in cui c’era ancora un confine solido tra Italia e Jugoslavia, l’incontro a Monte Santo – Sveta Gora era stato un segno profetico della possibilità di ritrovare una fraternità che era stata violentemente spezzata da spinte ideologiche che sembravano dimenticare una storia comune.
Quando poi è stato possibile attraversare i confini fisici con meno timori, ci sono stati anni importanti per cercare insieme la concordia e la pace, nell’ottica della riconciliazione e del riconoscimento delle sofferenze che tutti hanno vissuto nelle nostre terre, valicando confini spesso molto più sorvegliati della cortina di ferro.
Adesso che le città di Gorizia e Nova Gorica sono disponibili a lavorare insieme per un progetto bello e prezioso come quello di essere Capitale Europea della Cultura, è quanto mai importante dare anima al convergere, al ritrovarsi nell’unità, a vivere la comunione e la fraternità. Se tutto si riducesse a fare una serie di eventi, a condividere finanziamenti e infrastrutture, sarebbe già importante, ma rimarrebbe comunque un’occasione persa.
Il ritrovarsi a pregare a Monte Santo – Sveta Gora domenica 13 ottobre sarà l’occasione per dare anima al ritrovarsi nella fraternità. Il ritrovarsi con cordialità a fare un pezzo di pellegrinaggio insieme sarà il modo migliore per coinvolgere le comunità in un dialogo prezioso, che a volte rischia di essere riservato a pochi addetti ai lavori.
Abbiamo bisogno di camminare insieme per riscoprire le radici comuni di un dialogo auspicabile. Tali radici affondano nella storia di Aquileia, ma hanno diramazioni più recenti.
Abbiamo bisogno di camminare insieme per guardare e prenderci cura delle ferite che hanno segnato il nostro territorio, e che ancora talvolta sentiamo quando c’è qualcosa che tocca sul vivo.
Abbiamo bisogno di camminare insieme per scoprire la rinascita già in atto e per individuare sentieri di rinascite ancora più profonde e a noi possibili.
Tutto questo camminare insieme sostiene la speranza e ci rende pellegrini di speranza, come ci invita papa Francesco in vista del Giubileo del 2025.
Tutto questo riguarda il territorio di Gorizia in modo più diretto, ma tutta la diocesi è interpellata a fare un cammino di comunione e fraternità. L’impressione è che fino ad adesso non si sia colta tanto la ricaduta di Nova Gorica-Gorizia Capitale Europea della Cultura sul territorio di tutta la diocesi… anche questo ritrovarsi insieme potrebbe aiutare a prendere coscienza di come tutti siamo coinvolti.
Per chi desidera salire a piedi l’appuntamento sarà alle 14.30 alla prima croce della Via Crucis posta sulla strada verso il Santuario.
Per tutti il ritrovo è per la celebrazione della Messa delle ore 16.00 presieduta dall’arcivescovo Carlo e vissuta in sloveno e italiano.
La speranza è che ci siano molte persone che con la propria partecipazione dimostrino il desiderio di essere pellegrini di speranza e di pace.

mons. Nicola Ban, decano della città di Gorizia