Dal banchetto dell’accumulo alla condivisione

Anche in tutte le parrocchia della diocesi è stata vissuta domenica scorsa la Giornata Missionaria Mondiale. L’evento è stato preceduto dalla tradizionale Veglia Missionaria, ospitata quest’anno venerdì 18 dal Duomo di Cervignano del Friuli.
Un intenso incontro caratterizzato dalla condivisione di esperienze e testimonianze, l’accoglienza di un nuovo sacerdote giunto dal Rwanda per studiare nel nostro Paese, la consegna del mandato a due giovani in partenza per la Costa d’Avorio ed ai catechisti della diocesi all’inizio dell’anno pastorale.
Don Giulio Boldrin, direttore del Centro Missionario Diocesano, ha dato il benvenuto ai partecipanti alla Veglia, definendola un’occasione unica per ascoltare, attualizzare e mettere in pratica la Parola di Dio. “Un banchetto aperto a tutti i popoli”, ha affermato, “dove siamo chiamati ad allargare i nostri orizzonti e ad invitare ciascuno a passare dal banchetto dell’accumulo, del consumismo e dell’individualismo a quello della condivisione, dell’essenzialità e della fraternità. Perché il Vangelo non deve mancare al mondo, così come il mondo non deve mancare al Vangelo”.
La Veglia è continuata con canti, allietati dal coro e dagli strumenti della “messa delle 9.30” arricchiti dai ritmi delle Suore di San Giuseppe del Kenya che prestano il loro servizio pastorale a Cervignano del Friuli ed accompagnati dalle parole profonde dal messaggio scritto da papa Francesco in occasione della giornata missionaria 2024.
È stato emozionante l’incontro con la famiglia missionaria proveniente dalla comunità Bethesda di Padova: papà Mauro con i figli Pietro e Teresa (nata in Kenia) a rappresentare anche mamma Chiara rimasta a casa con gli altri tre figli, Giosuè, Martino e Lorenzo. È stata di tre anni la loro permanenza in Kenya ma una volta tornati in Italia, hanno sentito forte l’invito di Papa Francesco, contenuto nell’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”, a rinnovare la pastorale in chiave missionaria. E così da sei anni, un vecchio casolare alle porte di Padova è diventato la casa per quattro famiglie, più una in accoglienza, e diciassette bambini, dove si condivide gioie, spazi e momenti di crescita.
Davvero bella la testimonianza portata dai ragazzi: “La vita a casa nostra è un continuo fermento. Il giardino è il nostro campo da calcio, sempre pieno di risate e voglia di giocare. Amici di ogni età si ritrovano per condividere passioni e avventure. Le porte della comunità sono sempre aperte all’accoglienza. Abbiamo ospitato Erika e Gabriel, diventati parte della nostra famiglia per cinque anni. Ogni domenica ci ritroviamo tutti insieme a tavola, un momento speciale per rafforzare i legami e condividere le loro storie. Il cancello è sempre aperto, pronto ad accogliere chiunque voglia far parte di questa grande famiglia”.
È stata poi la volta di Antonia Cantoni di Udine e di Asia Maurizio di Campobasso, due volontarie che ripeteranno la loro esperienza in Costa D’Avorio, dove il 2023 ha segnato un punto di svolta per la loro vita. Durante il tempo del Servizio Civile, hanno trascorso dieci mesi presso l’orfanotrofio ’Notre Dame des Sources’ a Bouakè. Immerse in un contesto culturale ricco e complesso, le due volontarie si sono dedicate all’educazione e all’assistenza dei bambini, contribuendo a creare un ambiente sereno e stimolante: l’esperienza ha rappresentato una sfida, ma anche un’opportunità di crescita personale e professionale. Nei prossimi giorni, torneranno in Costa d’Avorio, a distanza di un anno, per continuare il loro impegno, questa volta focalizzandosi su progetti di cooperazione internazionale, al fine di rafforzare la struttura dell’orfanotrofio e sostenere la comunità locale.
Nella sua omelia il vescovo Carlo ha chiesto, mentre celebriamo la Giornata Missionaria Mondiale, di riflettere sul senso della nostra missione: “La parabola del Vangelo sugli invitati a nozze che rifiutano la festa ci invita a non scoraggiarci di fronte alle difficoltà, ma a perseverare nella nostra testimonianza. Tuttavia, ci chiediamo: perché i giovani sembrano sempre più lontani dalla fede? I nostri catechisti, pur essendo preparati e appassionati, non riescono a raggiungere i cuori dei ragazzi. I sacerdoti che ho consultato mi hanno offerto una spiegazione: Gesù è percepito come una figura distante, confinata all’interno di contesti rituali. Per i giovani, come per molti adulti, la fede non fa parte della vita quotidiana.
Nonostante le sfide, non dobbiamo arrenderci. Dobbiamo continuare a seminare la Parola di Dio, a creare spazi di incontro e di dialogo, a testimoniare la nostra fede con la vita. Il Signore ci chiede di sperare e di non perdere mai di vista la nostra missione. A voi, cari catechisti, affido il compito di continuare a portare la luce del Vangelo nel cuore dei giovani. Il vostro impegno è fondamentale per il futuro della nostra Chiesa”.
Infine è stato accolto don African Mugabo, proveniente dalla diocesi di Nyundo (Rwanda), attualmente studente di Teologia Spirituale, che ha iniziato da poco il suo servizio pastorale presso l’Unità Pastorale “Bassa Friulana”. In un clima di commozione, anche le volontarie Asia e Antonia hanno ricevuto in dono il Vangelo di Gesù, diventando così testimoni attivi della Sua misericordia nel mondo.
In conclusione, si è proceduto alla solenne consegna del mandato ai catechisti, chiamati a evangelizzare la comunità cristiana nei cammini formativi del prossimo anno pastorale. A tutti i presenti è stato donato, prima di uscire, un pane benedetto.

Livio Nonis