Volontariato: forza insostituibile
31 Ottobre 2024
L’attività a favore dei richiedenti asilo, che si protrae già da diversi anni, è ripresa massicciamente nel mese di luglio 2023; infatti già in questo periodo molte erano le persone che stazionavano nel piazzale della Casa Rossa, in attesa che le loro domande fossero accolte dall’ufficio immigrazione della questura. Alcuni di noi hanno iniziato a portar loro qualche panino, un frutto, del the per la cena oppure offrire delle coperte, poiché dormivano all’aperto. La situazione era veramente penosa.
Confrontandoci con la Caritas diocesana di Gorizia siamo riusciti ad organizzare un servizio docce presso Casa San Francesco, gestita proprio dalla Caritas diocesana. Questo servizio – che funzionava 2 volte alla settimana, iniziato il 27 luglio e terminato all’apertura del dormitorio il 18 ottobre – ha dato la possibilità a circa 500 immigrati di lavarsi e di ricevere un cambio di biancheria (500 magliette, 500 boxer, 500 calze). I circa 500 asciugamani sono stati lavati da volontarie il più delle volte a casa propria.
Con l’apertura del dormitorio, gli ospiti usufruivano a rotazione delle due docce presenti ricevendo sempre un ricambio di biancheria. Grazie alla generosità di molti goriziani ma anche di persone della regione e non solo, siamo riusciti a fornire indumenti quali maglie, felpe, giacconi, pantaloni e scarpe.
Il dormitorio di Casa San Francesco è rimasto aperto per 181 giorni dal 18 ottobre al 15 aprile.
Nei 6 mesi ci sono stati 5791 pernottamenti con una media di 32 ospiti a notte.
Sempre il 18 ottobre, in coincidenza dell’apertura del dormitorio, si è iniziato a distribuire le cene in un posto riparato e caldo. Fondamentale è stata la collaborazione delle parrocchie di San Rocco e del Duomo, che hanno messo a disposizione i locali per la distribuzione, ma l’anima del progetto sono stati i volontari, provenienti dalle parrocchie della città e del circondario, ma anche presenti a titolo personale, in alcuni casi in continuità con un’attività pluriennale sul territorio.
Le cene calde, fornite nel periodo freddo dell’anno sono state un momento di ristoro ma anche un segno di dignità e umanità per i richiedenti asilo presenti in città e in attesa di entrare nei percorsi di accoglienza di cui hanno diritto in base alle convenzioni internazionali.
Più di 6400 sono stati i pasti offerti dagli oltre 100 volontari.
Il costo delle cene, che si stima in oltre 25.000 euro, è stato sostenuto direttamente dai volontari, con il sostegno delle comunità parrocchiali di appartenenza, che hanno fornito sostegno e materie prime.
Questa azione di supplenza, insieme alla mensa dei Cappuccini che tutto l’anno offre il pranzo a tutti i bisognosi, ha sicuramente alleviato le difficoltà di chi è in attesa di un documento per dare concretezza al futuro per sé e per la propria famiglia.
In questi mesi di impegno abbiamo incontrato tanti giovani provenienti da diversi stati in particolare asiatici quali Pakistan, Afganistan, Bangladesh, India, ma anche Marocco, Egitto, Algeria.
Alcuni si sono fermati a Gorizia per pochi giorni ma altri per dei mesi e con loro è nato un bel rapporto. Nelle giornate più fredde di gennaio e febbraio avevano la possibilità di ripararsi in un ambiente riscaldato dell’oratorio del Pastor Angelicus, dove alcuni volontari li intrattenevano con qualche semplice lezione di italiano o di geografia.
A loro piaceva disegnare e molte volte con i disegni esprimevano il loro ringraziamento nei nostri confronti.
La gran parte erano di religione mussulmana ed alcuni cristiani. Più di qualcuno ha evidenziato che nei lunghi viaggi che avevano dovuto affrontare quelli che li avevano sempre aiutati erano stati i cristiani.
La gran parte di loro non era intenzionatai a fermarsi in Italia ma di raggiungere famigliari o amici in altri stati europei come Germania e Francia.
Più di qualcuno aveva i segni di violenza sul corpo dovuti ai pestaggi delle polizie degli stati che avevano attraversato; diversi avevano ferite ai piedi a causa delle distanze percorse con scarpe inadeguate.
Nel caso in cui ce ne fosse bisogno anche per i prossimi mesi, da parte dei volontari c’è la volontà di continuare ad essere vicini ai richiedenti asilo.
Fulvio Gaggioli
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