Conoscere Dio in spirito e verità

Tra l’11 e il13 ottobre si sono tenuti presso l’oratorio S. Michele di Monfalcone gli Esercizi Spirituali del CVS della diocesi di Gorizia. Alla tre giorni di spiritualità hanno partecipato anche alcuni amici del CVS provenienti dalle diocesi di Trieste e Pordenone. Le giornate si sono rivelate molto ricche di spunti di riflessione, grazie alla sapiente ed efficace predicazione di don Marcellin Akonsena, sacerdote dei Silenziosi operai della Croce proveniente dalla diocesi di Vercelli ove svolge il suo ministero anche a servizio di una struttura sanitaria che accoglie anziani non autosufficienti. L’itinerario sul quale siamo stati sollecitati a riflettere sul nostro apostolato a servizio del dei sofferenti si è appoggiato su alcuni testi tratti dal libro del profeta Osea e sull’episodio della Samaritana tratto dal Vangelo secondo Giovanni. “Siamo qui perché il Signore ci ha convocati per parlarci con amore e riconoscenza” ha ricordato don Marcellin ai convenuti aprendo la tre giorni; “Siamo qui,ha in sintesi continuato, per crescere come comunità, perché il CVS è come una grande famiglia e desideriamo che questa famiglia cresca nella fede e nell’apostolato. Il CVS è si una famiglia ma come ogni famiglia , è costituito da individualità, da persone e allora dobbiamo sentire personalmente, ciascuno, l’impegno a portare, soprattutto a chi sappiamo essere provato dalla sofferenza, dalla malattia, dalla tribolazione, l’annuncio, come hanno fatto i profeti e quindi anche Osea che ha saputo parlare al cuore della gente, attraverso il racconto della sua vita fatta di durezze, di delusioni, sconfitte, sofferenze e tanti problemi, un po’ come succede in tante famiglie anche al giorno d’oggi, ma anche e soprattutto vita che diventa risposta efficace e credibile a quanto il Signore non manca di suggerire ad un cuore aperto all’ascolto della sua Parola”.
Ecco allora che l’incontro con la Samaritana, simbolo di tutti coloro che sono dimenticati ed emarginati diventa l’icona delle grandi cose che il Signore promette e realizza in coloro che sanno ascoltarlo e credere alla sua Parola di vita.
Don Marcellin, riferendosi alla nostra realtà CVS ci ha invitati a non lasciarci imprigionare dal disfattismo, dalla tentazione di osservare la realtà solo per i tanti risvolti negativi e distruttivi che quotidianamente i media non mancano di sottolineare ed evidenziare, ma piuttosto di sforzarci di leggere quelle positività che sicuramente ciascuno di noi realizza nel proprio vissuto. Positività concreta fatta di piccoli gesti, di ascolto, di attenzione e vicinanza. Ecco allora l’episodio della Samaritana, come icona del dono prezioso che il Signore fa a ciascuno di noi.”Dammi da bere…” dice Gesù alla Samaritana… Quella brocca, diventa simbolo della sete che ciascuno di noi ha di pace di consolazione, di senso…
Siamo chiamati a portare al Signore questa “sete”, la nostra, come quella dei tanti che incontriamo nelle nostre giornate e che magari hanno il cuore appesantito da sofferenze, solitudini…
Sete che ha necessità di essere placata perché possa essere ritrovato nuovo senso, armonia, serenità, pace. Il Signore ci chiede di aiutarlo con semplicità ed umiltà, con i mezzi di cui disponiamo, a portare la sua consolazione, la sua vicinanza, la sua presenza in queste situazioni. Avremo così tante occasioni forse inaspettate per riscoprire i preziosi doni che il Signore ha fatto e fa a ciascuno di noi …. “Un grande dono è sicuramente l’appartenenza al CVS” ha ribadito don Marcellin. un dono che accolto e sviluppato con responsabilità, umiltà e fiducia ci farà sperimentare la gioia di saperci e di sentirci “veri adoratori in spirito e verità” e ci aiuterà a dare novità e slancio al nostro apostolato.
Un grazie particolare per l’impegno messo nella progettazione e realizzazione di questa importante occasione di crescita spirituale alla scuola della Parola, vada a quanti si sono adoperati in prima persona per la riuscita dell’iniziativa compresi il parroco di Monfalcone don Zanetti, assieme ai volontari della Caritas locale e dell’Oratorio San Michele.

E. Piccioni e G. Piccagli