Bambini e nonni insieme nella Castagnata
8 Novembre 2024
Il castagno è un albero della famiglia delle Fagaceae, che sovrasta imponente le campagne e le zone boschive. Ad autunno inoltrato, se ne intravedono i frutti, le “castagne”, a forma di piccolo globo, appiattite da un lato e convesse dall’altro, avvolte da un involucro spinoso, il riccio, che, una volta maturo, si apre e cade.
Tutte informazioni che i piccoli della Scuola dell’Infanzia di San Lorenzo Isontino, hanno acquisito in forma essenziale, a “misura” di bimbo, ma nel contempo concreta ed esaustiva, dalle loro maestre, sul modello pedagogico di Maria Montessori, che considerava il bambino dotato di sensibilità e creatività, capace di recepire naturalmente tutto ciò che gli offre il suo ambiente vitale.
Le insegnanti, per calare il loro competente intervento in un aggregato multiforme di testoline, avide di conoscere, hanno puntato sull’aspetto sensoriale, favorendo nei piccoli la capacità di osservare, toccare, annusare… la “castagna”, prima ancora di gustarla assieme ai nonni, i veri protagonisti della “castagnata”, offerta dagli Alpini.
Martedì 29 ottobre, dopo qualche rimando dovuto al tempo inclemente, ha avuto luogo la festa: un connubio perfetto fra la castagna, con l’involucro spinoso all’esterno, ma morbida e dolce all’interno, e il cuore dei nonni, che seppur a volte distolti dalle preoccupazioni quotidiane, si ammorbidiscono al solo guardare gli occhi imploranti dei loro nipoti; non sanno resistervi e concedono ogni piccola cosa, ma soprattutto “si” concedono come tempo dedicato e affetto che non ha né limiti, né misure. Alle 10.30 di martedì, una “miriade” di nonni si è riversata sulla stradina che porta verso la parte posteriore dell’edificio scolastico dove, in un piccolo anfiteatro a ferro di cavallo, con gradinate degradanti verso il basso, si sarebbero esibiti i bambini.
La maestra Nadia, microfono alla mano, ha esordito contestualizzando l’origine della festa dei nonni, risalente, in Italia, al 2005, come ricorrenza civile e, da allora, commemorata ogni anno il 2 di ottobre.
Con una frase emblematica, l’insegnante ha definito i nonni come “la storia” dei loro nipoti, intesa come una successione di eventi che caratterizzano una famiglia, la valorizzano e la qualificano. Ha ringraziato i presenti e li ha invitati ad accogliere i bimbi che, in fila indiana, al suono prorompente di una musica speciale, entravano a passo cadenzato, muovendo rapidi i piedini, ma in forma contenuta e composta.
Quando i piccoli si sono sistemati, le “foglioline” davanti, appresso i “fiori” e dietro, a completare, gli “alberi”, al via della maestra Lucia e dei cenni percettibili e incoraggianti delle altre docenti, è partita la prima canzone, il pezzo forte dell’esibizione, dal titolo “Super nonno”.
Le parole sarebbero solo dei semplici suoni, limitate nell’esprimere la commozione dei nonni presenti! Qualche lacrimuccia qua e là nell’ascolto delle frasi del testo: “Nonno, nonno, il mio migliore amico sei tu… c’è un patto tra di noi, il bene che ti voglio e tu mi vuoi!” Un ritornello espresso da tante voci argentine che sgorgavano spontanee e fluttuavano leggere fino al cuore di chi le ascoltava.
Di seguito, un’altra canzone sui nonni che “insegnano senza parlare”, una poesia a voci alterne che esprimeva il dono di “un fiore” per ogni dote dei nonni e infine la canzone “Sul Cappello”, come gratitudine per la generosità degli Alpini, a cui è stata offerta una confezione ricordo.
Un riconoscimento al sindaco, alle insegnanti, ai collaboratori, a “Verde Speranza” e un “Via” ai bimbi, liberi di abbracciare i nonni e assaporare le castagne.
Lucia Medeot
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