La Coral “don Bearzot” vero “tesoretto” di ricordi e memorie

Un coro di paese è sempre un “Tesoretto”, non solo un piccolo compendio di opere medievali come quello di Brunetto Latini, ma anche un insieme di ricordi, memorie e scritti autografi che gravitano attorno ad una figura che ha lasciato un’impronta nel vissuto di una Comunità.
La Coral di San Lurinz non ha avuto dubbi sulla scelta del nome che avrebbe caratterizzato e reso unica la propria compagine coristica: Coral era adatto (è un gruppo di cantori) e così pure San Lurinz (è il paese di origine), ma il titolo identificativo? A chi dedicare questo coro, se non a “don Nino Bearzot” che l’ha desiderato, ne ha favorito la nascita, l’ha voluto come coro parrocchiale che si è esteso nel tempo, superando i limes del contesto nativo, per “volare” verso lidi più ampi.
Tante sono state le “uscite” della Coral, sempre ottimamente riuscite e diversificate sul territorio e oltre!
Quella di sabato 26 ottobre all’Oratorio della Purità locato presso il Duomo di Udine, non è venuta meno alle aspettative, diventando un ulteriore cardine vocalico e musicale, ma soprattutto linguistico di notevole valore, dato l’uso del friulano come motore “mobile”, vivo e trascinante, tipico di una lingua entrata di diritto nell’apparato liturgico ed ecclesiale di diverse chiese della Regione, come supporto all’approvazione del messale in lingua friulana: “Il Messal de nestre int (gente).” Emblematica la frase in friulano che appare sulla locandina: “Per il popolo friulano che lo usi (il messale) in nome di Dio”e che, tradotta, esprime tutto l’afflato spirituale di una gente che ritrova le sue radici e la sua parlata in un libro sacro, che diventerà patrimonio da custodire e tramandare.
Ma il nome di Dio si onora, anche e soprattutto cantando, e la Coral don Nino Bearzot è stata invitata a cantare il 26 ottobre nell’Oratorio dove, ogni sabato, viene celebrata la messa tutta in friulano, in un ambiente che, seppur di dimensioni contenute, è un esemplare artistico notevole, con il soffitto decorato da un affresco di Giambattista Tiepolo, raffigurante l’”Assunta”, contornata da una “Gloria di Angeli”.
Il coro, diretto dalla maestra Raffaella Visintin e accompagnato all’organo dal maestro Lorenzo Medeot, si è esibito eseguendo la Messe Eucaristiche di Gabriele Saro con collegamento in diretta radio con alcune emittenti friulane.
Una grande soddisfazione per il coro al completo che ha visto premiati tutto l’impegno, la serietà, la costanza e la puntualità di ogni componente che sa “lavorare” in sintonia, secondo un sistema aggregativo fondato sulla fiducia reciproca, sulla capacità di farsi da spalla l’un l’altro, uniformando e modulando gli interventi vocalici, in base ai gesti abili e precisi, nonché autorevoli, della maestra Raffaella.
Tutta la messa celebrata dal parroco pre Tunin, si è articolata secondo l’armonizzazione delle parole del testo in friulano con le diverse melodie e i momenti rituali che hanno contraddistinto l’evento liturgico, seguito da un numero nutrito di persone.
Alla fine, la recita della Salve Regina, pure in friulano, le cui parole, di per sé già significative, hanno acquistato un’espressività nuova, esaltata dalla musicalità propria di un idioma che ce la sta mettendo tutta per adeguarsi al sacro ed esaltarne lo splendore, senza diminuirne la solennità. L’applauso caloroso dei fedeli, ha sottolineato una volta di più il merito della Coral, condiviso dalla contentezza del parroco, entusiasta di aver concelebrato con dei coristi tanto appassionati, quanto competenti.
L.M.