Il tesoro della Cattedrale, il tesoro della santità

Il tesoro, la cosa più preziosa, per la comunità cristiana è una vita evangelica, una vita bella e buona, una vita santa, ovvero il vangelo vissuto nella concretezza della propria quotidianità. Non c’è cosa più preziosa della vita con lo stile di Gesù vissuta nel proprio tempo. La storia della Chiesa è disseminata di questi esempi di santità e di vangelo vissuto.
Le reliquie, raccolte e venerate nel corso dei secoli, sono testimonianze tangibili, quasi un promemoria della santità vissuta da alcune persone concrete: i santi sono modelli cui guardare, amici da invocare e di cui chiedere l’intercessione.
Se la santità vissuta è qualcosa di prezioso, se le reliquie parlano di questa santità preziosa, è ragionevole che anche il contenitore delle reliquie cerchi di esprimere la preziosità del contenuto.

Il tesoro della carità pastorale
L’altro aspetto prezioso della vita della comunità cristiana è la cura pastorale, la carità di chi si prende cura del popolo di Dio, offrendo l’incontro con la misericordia di Dio soprattutto attraverso i sacramenti. La presenza sacramentale di un pastore che vuole essere segno di Cristo Buon Pastore e l’eucarestia come banchetto sempre disponibile che mette in comunione con la misericordia di Dio, sono tesori preziosi.
Se la cura pastorale e la presenza di Dio nell’eucarestia sono realtà preziose, è ragionevole che anche ciò che si usa per la liturgia cerchi di esprimere la preziosità di ciò che avviene sul piano sacramentale.

Un tesoro che parla di santità e di carità pastorale
Così nasce il tesoro della Cattedrale di Gorizia che avrà adesso una sua esposizione permanente nel contesto più vicino al suo uso originario, ovvero sul matroneo della Cattedrale stessa. Il tesoro della Cattedrale non è fatto tanto da oggetti preziosi per materiale e raffinatezza di realizzazione, ma sono oggetti preziosi perché parlano della santità vissuta nelle nostre terre e di cui i cristiani di Gorizia si sono alimentati, e perché parlano di una carità pastorale esercitata dai pastori nei confronti del popolo cristiano di Gorizia.

Un itinerario nella storia
Visitando il tesoro della Cattedrale di Gorizia si potrà fare un itinerario nella storia di santità e della cura pastorale. L’esposizione comincia sul matroneo di destra della chiesa dedicata ai Ss. Ilario e Taziano. La prima parte è dedicata alla presentazione di diversi reliquiari. Una parte è dedicata ai santi aquileiesi che hanno ispirato da sempre la comunità cristiana dell’isontino: i santi all’inizio sono soprattutto martiri, persone che credono così tanto nella risurrezione, che sono pronti a morire per testimoniarla.
Ma finita l’epoca dei martiri non è finita la storia di santità, anzi sono nate nuove forme per essere santi: pastori, teologi, predicatori, uomini e donne di carità. Il tesoro della Cattedrale contiene riferimenti a S. Antonio da Padova, a S. Ignazio, a S. Teresa di Gesù bambino, a S. Giovanni Bosco. Sul matroneo si potranno vedere reliquiari di diverse forme e di diverse epoche, alcuni anche piuttosto originali. L’esposizione continua poi nella stanza collocata sopra la cappella di S. Acazio, dove sarà possibile accedere in gruppi più piccoli.
In questa stanza si verrà accompagnati a ripercorrere il collegamento che c’è tra la Chiesa di Aquileia, madre evangelizzatrice di tutto il Nord-Est, e la comunità di Gorizia. Sarà possibile ammirare i busti reliquiari in legno e in metallo che collegano con i primi pastori di Aquilea, in particolare Ermacora e Fortunato, Ilario e Taziano. Si coglierà il legame tra Salcano, paese dove si trovava la pieve dedicata a S. Stefano, da cui dipendeva la comunità di Gorizia che è stata poi intitolata ai Ss. Ilario e Taziano. L’itinerario accompagna fino alla creazione dell’Arcidiocesi di Gorizia, avvenuta nel 1751-1752 quando è stato soppresso il patriarcato di Aquileia, e il territorio è stato diviso tra l’arcidiocesi di Udine e l’arcidiocesi di Gorizia, in modo da poter assicurare una cura pastorale più puntuale in un territorio che era stato diviso dal punto di vista politico tra l’impero austroungarico e la repubblica di Venezia.
Per aiutare la partenza dell’attività pastorale della diocesi è stata donata una “dote” al primo arcivescovo di Gorizia, Carlo Michele d’Attems, da parte degli Stati Provinciali (i nobili locali) e da parte dell’imperatrice Maria Teresa. Questa dote serviva e serve a celebrare in modo solenne l’eucarestia, in modo che si renda evidente la preziosità della comunione col Signore.
In questa dote sono presenti paramenti (fra cui anche i paramenti azzurri con cui vengono rappresentati i santi Ilario e Taziano nella pala d’altare del Tominz che sovrasta l’altare maggiore della cattedrale), calice, pisside, ampolline, candelieri, croce… insomma ciò che serve a celebrare l’eucarestia.

Presentazione alla comunità
L’esposizione del Tesoro sarà alla comunità cittadina giovedì 28 novembre, nell’ambito della celebrazione della dedicazione della Cattedrale. La Cattedrale ha radici molto antiche, che risalgono sicuramente al XIV secolo, ma forse anche precedenti. 500 anni fa, nel 1525, ha assunto la struttura architettonica attuale, grazie alla creazione del grande arco che ancora oggi apre verso il presbiterio. Nella prima metà del ’700 è stata preparata ad essere una chiesa importante, con un’attenzione ad impreziosire la struttura. Nel corso della prima guerra mondiale è stata fortemente danneggiata, in modo da richiedere una ristrutturazione radicale.
Il 28 novembre 1942 l’arcivescovo Carlo Margotti ha solennemente dedicato la Cattedrale.
Giovedì 28 alle 18.30 il vescovo Carlo preside la liturgia eucaristica nel giorno della dedicazione. Segue la prima esecuzione dell’Ave Maris Stella per organo e baritono composto appositamente da Marco Colella. All’organo ci sarà l’autore Marco Colello, mentre la voce sarà quella di Eugenio Gallani Leggiadri. Alle 19.30 verrà presentata l’esposizione del tesoro.
La realizzazione dell’esposizione del tesoro è stata possibile per il lavoro di tante persone e per i contributi forniti dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dai fondi dell’8xmille della Chiesa Cattolica.
Per il momento sarà possibile visitare l’esposizione il sabato e la domenica dalle 15 alle 17, grazie alla presenza di un gruppo di volontari che si sono resi disponibili. Chi fosse interessato a dare una mano come volontario può scrivere a cattedrale@arcidiocesi.gorizia.it.

mons. Nicola Ban, Parroco della cattedrale

(foto Ilaria Tassini)