Chiamati ad avere “cura dell’intermedio”

“Le persone hanno bisogno di vedere tra i politici la stima reciproca, che c’è, anche se ci sono parti diverse. Forme di collaborazione sono richieste a gran voce. È stato questo l’invito che Giovanni Grandi, docente di Filosofia morale all’Università di Trieste e membro del comitato scientifico organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici in Italia, ha rivolto ai sindaci e amministratori locali, riunti presso l’azienda vinicola “Vie di Romans” di Mariano del Friuli giovedì scorso nell’appuntamento “Democrazia è/e partecipazione”, promosso dalla Pastorale diocesana Sociale e del Lavoro.
Numerosi gli amministratori locali che hanno colto l’invito alla serata, aperta da fra Roberto Benvenuto che ha sottolineato come l’incontro rappresentasse “un importante momento di condivisione, in una dimensione anche fraterna” ed invitato i presenti alla “cultura dell’alleanza, dell’incontro e non dello scontro”, facendo riferimento anche alle parole di papa Francesco sulla Speranza, che invita “a lavorare in linee parallele, costruendo insieme il bene collettivo”. La parola è passata quindi al vescovo Carlo, il quale si è a sua volta riallacciato al tema della Speranza: “questa è spesso affiancata ad un aspetto negativo, basta pensare ai più comuni proverbi; invece la Speranza è qualcosa di fondamentale, penso anche al vostro impegno come politici e amministratori in favore della società, come ci dice il Papa, con una Speranza fatta di valori, per il bene comune”.
A prendere la parola quindi il professor Grandi che, dopo una breve introduzione filosofica ispirata alle parole di San Tommaso d’Aquino – che parlava del “bene” come qualcosa di futuro, arduo ma raggiungibile – ha presentato alcune delle peculiarità e delle restituzioni emerse proprio dalle Settimane Sociali dello scorso luglio a Trieste. Si è parlato quindi di Coesione, della quale “c’è gran bisogno”, ha asserito il professore. “Si rispecchia anche nel sociale: dove si agisce singolarmente c’è frammentazione; più si lavora insieme e si fa sistema, più si può agire in maniera concreta e forte sulla comunità”.
Tra le parole chiave emerse, anche Cooperazione, Coordinamento e Condivisione, per le quali, ha affermato Grandi “c’è bisogno di tempo e di lavoro insieme per farle maturare e sedimentare, ma più ci si coordina, più si partecipa, più si riesce ad essere sui territori e ad essere produttivi”.
Non sono mancati poi gli spunti alle “fatiche” emerse dai Tavoli di Lavoro delle Settimane Sociali: la mancanza di coesione, l’autoreferenzialità che porta ad un protagonismo che crea fatica nel cooperare, la mancanza di metodologia che crea dispersione di intenti. Ancora la rigidità della burocrazia – “i gruppi più piccoli sono sottoposti a pratiche estenuanti e spesso scoraggianti”, ha sottolineato il relatore – e l’assenza di tempo (“siamo tutti esposti al rischio di logoramento e sembra sia tutto sacrificabile all’altare dell’efficienza e della rapidità”). Ecco quindi le restituzioni a queste fatiche, che il professore ha lasciato come stimoli ai presenti: la “cura dell’intermedio”, ossia il “creare modalità che consentano di riattivare l’incontro con le persone” e a questo collegata la necessità di tessere relazioni e modalità d’ascolto. La serata si è quindi conclusa con un dibattito al quale i sindaci e gli amministratori presenti hanno partecipato con entusiasmo, esponendo il proprio punto di vista, le proprie difficoltà ma anche la voglia di farsi carico delle richieste pervenute.

Selina Trevisan