Solitudine amministrativa

Persone che rivestono cariche elettive in Parlamento, in Consiglio regionale, negli Enti locali.
Uomini e donne che svolgono un servizio. In un tempo di vita politica e istituzionale gridata e spesso sopra le righe, se li ascolti in un momento al di fuori delle diatribe politiche che leggiamo sui giornali e sui social, scopri l’altra faccia della medaglia. Così, dopo la parte ufficiale dell’incontro promosso a ’Vie di Romans’ dalla Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Gorizia (della quale Voce Isontina ha riferito la scorsa settimana), si sono sentite le preoccupazioni e le speranze di uomini e donne impegnati nell’amministrazione pubblica.
Scopri così la ’solitudine’ di chi riceve dal voto dei cittadini una delega alla quale però non corrisponde la continuità di un rapporto e di un dialogo, cosa ben diversa da un ’mi piace’ sulla pagina Facebook. Una solitudine che pesa e che gli amministratori cresciuti nelle comunità cristiane avvertono anche all’interno delle loro stesse comunità. Il politico cattolico impegnato nel sociale sente la mancanza di un confronto e di un accompagnamento da parte delle comunità.
Anche qui si delega e si giudica, ma sentirsi corresponsabili nel cercare risposte ai problemi della società è da tempo lasciato a poche persone. Troppo poche. Nello svolgimento del loro servizio gli amministratori hanno anche un altro pericolo di inciampo ed è il complesso sistema burocratico che assorbe molto tempo e, soprattutto nei Comuni più piccoli, li mette alle prese con un ’mare di carte’ che assorbe fin troppo del tempo a disposizione. Occorre più tempo per guardare alla realtà vissuta dai cittadini e alla programmazione di risposte efficaci.
Gli amministratori pubblici sottolineano un tema che va affrontato progettando il futuro: il ruolo dei ’giovani’ ed il rapporto tra le generazioni nell’attività degli Enti Locali.
Hanno espresso delle domande: come educare le giovani generazioni alla responsabilità sociale? Quali scelte e quali proposte si rendono necessarie per creare un ambiente favorevole ad un responsabile impegno nel servizio ai propri paesi o città? Domande sulle quali riflettere.
Negli interventi dei e delle partecipanti all’incontro a ’vie di Romans’ è stato rilevato anche il tema della formazione. Forse ’politico’ si nasce, quanto a sensibilità e attitudini, ma amministratori di diventa con studio e aggiornamento.
Occorre competenza quando si varca la soglia di un Municipio nel quale affrontare e decidere di problemi che riguardano la vita di tutti i cittadini.
Una competenza che deve crescere anche mentre si svolge il proprio servizio istituzionale e questo tocca il problema della gestione del proprio tempo.
All’incontro erano presenti più uomini che donne e questo fatto ha introdotto anche una riflessione sulla presenza femminile nelle pubbliche amministrazioni. È un argomento che non riguarda tanto la buona volontà o la voglia di impegnarsi delle donne. Queste esistono. È l’impostazione della società nel suo complesso, della vita delle famiglie, dell’organizzazione del lavoro e dei servizi che va analizzata per trovare soluzioni che rendano la donna libera anche di impegnarsi nel servizio alla società nella pubblica amministrazione. Insomma, l’incontro su quanto è avvenuto nella Settimana sociale dei cattolici in Italia, che all’inizio dell’estate ha riempito sale e spazi aperti a Trieste, pare mettere delle premesse per continuare il lavoro iniziato anche nella diocesi isontina. Il responsabile della Pastorale sociale e del lavoro, Fra Roberto Benvenuto, ha avvertito nel pacato e profondo dialogo tra amministratori pubblici di diversi orientamenti politici, il bisogno di un confronto che dia senso al loro lavoro ed al loro impegno nel servizio ai cittadini. Il proposito di dare una continuità all’iniziativa c’è, anche tenendo conto che a livello nazionale si sta creando una rete spontanea tra amministratori pubblici di provenienza dal mondo cattolico e non solo, proprio per tenere vivo un confronto ed un dialogo che consenta una crescita personale e collettiva di chi sceglie di lavorare per il bene comune.

Guido Baggi