Una ricetta per rendere il clima un “bene comune”

Mitigazione, educazione, spiritualità e buone prassi di cura: sono questi gli ingredienti necessari ad affrontare le sfide della crisi ambientale, secondo i relatori dell’incontro “Clima, bene o male comune?”. Coordinata da Paolo Cappelli, la serata si è svolta martedì 3 dicembre scorso sui canali social dell’associazione “Città dell’uomo” di Gorizia, con il contributo della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia. Ad aprire la serata è stato Arturo Pucillo, meteorologo dell’Arpa FVG, nonché presidente dell’Azione Cattolica di Trieste, che nel suo intervento ha evidenziato la notevole accelerazione del global warming negli ultimi 140 anni, con effetti a cascata anche su altri aspetti del clima, come le precipitazioni. Anche se dobbiamo adattarci al climate change, allo stesso tempo siamo chiamati a intraprendere delle azioni di mitigazione per scongiurare lo scenario peggiore, ovvero un aumento medio delle temperature di 5°- 6°C, che avrebbe delle conseguenze imprevedibili per la nostra stessa sopravvivenza sul pianeta.
Dopodiché, Elisa Battistella, docente di Religione Cattolica dell’Arcidiocesi di Gorizia, ha offerto una breve panoramica della teologia ambientale di papa Francesco. A quasi 10 anni dall’uscita dell’enciclica Laudato si’ i capisaldi rimangono l’attenzione preferenziale verso i più poveri, la necessità di un’educazione a una “cittadinanza ecologica” e un atteggiamento di dialogo tanto interreligioso quanto interdisciplinare, allo scopo di realizzare una “riconciliazione” con il mondo.
Infine, Gianluca Trabucco della Comunità Laudato si’ Venezia 1 ha dimostrato che è possibile mettere in pratica le indicazioni dell’enciclica, con un approccio olistico che unisca la questione ambientale con quella sociale. Nata il 4 ottobre 2020, la comunità veneziana è inserita all’interno di una rete nazionale, concentrando la sua azione su tre filoni, ovvero la sensibilizzazione dei cittadini, in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari, la proposta di stili di vita eco-compatibili, soprattutto nell’ambito dell’alimentazione e dell’abbigliamento, e l’attenzione verso gli “ultimi”, insieme alla Caritas diocesana.