“Una vera e propria rievocazione di una vita”
19 Dicembre 2024
Sono padre e figlia, Lorenzo e Francesca Boemo, i due artisti che hanno realizzato le varie figure che compongono il presepe di Grado che fa bella mostra di sé in Piazza San Pietro a Roma. Un lavoro lungo e complesso che i due hanno realizzato con dovizia di particolari e scegliendo con cura materiali e tecniche costruttive.
«All’inizio pensavamo che sarebbero bastate figure in bassorilievo e di qualche decina di centimetri. Poi, invece, la richiesta è stata di realizzarle tridimensionali e quasi ad altezza d’uomo. È stata una sfida non da poco», racconta Lorenzo. Per la loro realizzazione sono stati utilizzati blocchi in polistirolo che sono stati adattati alla figura umana.
«Le scene che abbiamo rappresentato sono quelle di vita quotidiana, di tutti i giorni. Ho riportato alla mente mia nonna Emma che aveva un forno ed ecco la famiglia che si reca a comprarlo. Ma anche le espressioni dei pescatori, recuperate dalle foto storiche». Una vera e propria rievocazione di una vita che è stata e che ormai è stata consegnata alla Storia.
«Tutto converge verso la Natività centrale, anche gli animali, gli uccelli in particolar modo: nessuno si leva in volo ma sono tutti attenti alla scena umile che è incorniciata dal casone». Lorenzo, una storia d’artista alle spalle con lo studio all’Istituto d’arte di Gorizia, è stato affiancato dalla figlia Francesca. «Tra le scene c’è anche quella, tenera, di un figlio che abbraccia il padre mentre sta sistemando la rete da pesca. Tutte immagini viste e ferme nella mente». Vari i riferimenti alle poesie di Biagio Marin, coe la scena della nonna con i nipotini.
Le statue, “di Fango nùo”, fango nudo, sono realizzate di cartapesta e materiale argilloso con vesti di stoffa imbevuta di liquido argilloso autoindurente. La struttura interna è di legno, polistirolo o metallo con aggiunta di schiume e collanti.
Il presepe è stato concepito per essere esposto a Gorizia, nel 2025, in occasione della Capitale Europea della Cultura mentre fuori dal Palazzo dei Congressi a Grado, assieme al presepe dei Portatori della Madonna di Barbana, posizionato in terraferma per problemi alla zattera che lo teneva galleggiante in porto Mandracchio, c’è l’Angelo Petrus. Il nome ricorda la Basilica di Petrus, «sulla quale Niceta gettò le basi per far sorgere la Basilica di Sant’Eufemia e l’imponente San Pietro in Vaticano», spiega Francesca. «L’elemento determinante alla realizzazione è stato portato magicamente dalle onde del mare: il ‘relitto’ della prua di un natante in legno che, a seguito di una mareggiata, galleggiava nel porticciolo di Grado e che è stato recuperato. L’ho immaginato in verticale: questa prua diventerà la finestra che sarà rivolta geograficamente verso Roma e alla quale Petrus si affaccerà per dare l’annuncio, con la sua tromba, che in Vaticano è allestito il presepe della Comunità Gradese, suonando le note della realizzazione del sogno», conclude.
Ivan Bianchi
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