Un pellegrinaggio che è cammino dell’anima

Questo pellegrinaggio in Terra Santa è stato per me un’emozione davvero forte. Visitare il luoghi di Gesù, i luoghi nei quali Lui è nato, ha vissuto, ha predicato, ha fatto miracoli…. Mettere i piedi sulla sua terra; i luoghi in cui si è manifestata la Rivelazione con la sua morte e risurrezione. Un turbine di emozioni e di gioia mette sottosopra ancora il mio cuore e la mia mente; ci vorrà certo ancora del tempo per mettere bene a fuoco le implicazioni di questa esperienza di fede. Un viaggio non solo “geografico” o di turismo religioso, ma soprattutto un viaggio nella fede, nel cuore, un cammino dell’anima. Visitare i luoghi di Gesù per accorgersi del realismo dell’Incarnazione; di un Dio che si fa uomo, che nasce, che vive e poi muore per poi risorgere. Dono grande di Dio, scoperta nella fede per ciascuno di noi.L’iscrizione “verbum caro hic factum est” all’interno della basilica dell’Annunciazione di Nazareth ricorda che qui, nel grembo della vergine Maria, Dio si è fatto uomo; hic appunto, qui e non altrove… mistero da contemplare, da accogliere nella fede in Lui.Anche noi dunque, come fu per S. Ignazio di Loyola, “il pellegrino” nostro illustre predecessore nel 1523, accostiamo questa esperienza di “immersione” nell’ambiente vivo di Cristo incarnato, come una pedagogia che si fa vita: il mistero di Cristo esperimentato “come se fossimo presenti e partecipando alla totalità del suo mistero”.Leggere la pagina evangelica avendo presente nella mente e nel cuore i luoghi in cui il racconto è ambientato: Nazareth, il Lago di Tiberiade, Cafarnao, Gerusalemme, ecc… La lettura, la comprensione e il commento del Vangelo non saranno davvero più gli stessi; il dono più grande della Terra Santa…