Le potenzialità dell’Interporto

La struttura è stata realizzata nei primi anni 90 dopo lo scalo di smistamento merci ferroviario. Lo scalo merci di Cervignano è la più grande struttura ferroviaria del Nord Est ma l’attività è slegata dal contesto del territorio circostante. A differenza dell’interporto, che rende possibile l’interscambio tra la gomma e il ferro. Questi è formato da un piazzale con tre coppie di binari per una lunghezza ciascuno di 750 metri e da una serie di magazzini. Da un punto di vista economico si vuole favorire l’insediamento di attività produttive. In questo momento manca un vero e proprio dialogo con i porti di Porto Nogaro, Monfalcone e Trieste, per favorire i traffici sull’asse Est Ovest (Corridoio 5) e Nord Sud, corridoio Adriatico Baltico. Ma l’interporto è anche fonte di inquinamento luminoso.Il problema, sollevato più volte dai cittadini della città di Cervignano e della frazione di Strassoldo in particolare, si trascina da anni, senza che questi sia stato risolto. Le torri faro sono visibili a una discreta distanza. Spesso queste rimangono accese anche durante il giorno. L’impianto di illuminazione è potente, ma i riflettori non sono correttamente schermati. La luce, così, si irradia non soltanto verso il basso, ma anche verso il cielo, con un notevole spreco di energia. I vecchi impianti costruiti prima di un’apposita legge regionale sono fortemente inquinanti, in quanto continuano a disperdere la luce verso l’alto con anche un notevole spreco in termini di denaro per pagare le bollette energetiche. Le amministrazioni comunali faticano non poco a far fronte a questi oneri, visto che il prezzo è sempre salito.