L’anniversario rimandato del venerabile Egidio

Questo 25 aprile resta orfano del ricordo pubblico del Venerabile Egidio da parte dei suoi devoti, frati minori e francescani secolari in primis, che, nel clima pasquale improntato alla gioia – il nostro venerabile ne fece un caposaldo della sua fede – sempre si sono ritrovati a Barbana. Egidio comprende senza dubbio il disagio perché già a tre anni fu ammalato a Pola di polmonite. Negli inverni di fame e freddo patito nella profuganza a Graz, durante la prima guerra mondiale, si ammalò di nuovo: con la sorella Maria a lui vicinissima per età e per pratica di fede, egli vagava spesso allora a piedi per monti e vallate della Stiria, di casolare in casolare, alla cerca di pane, di una patata, di un uovo, in cambio di tabacco e indumenti portati dal papà rimasto al posto di lavoro al cantiere polesano, mentre non bastava certo lo stipendio che inviava per sfamare specialmente le bocche dei sei fratellini più piccoli! A un certo punto la situazione di famiglia richiese (settembre 1918) che lui pure, dopo averlo fatto il fratello Giovanni, di tre anni maggiore, se ne dovesse tornare a Pola per iniziare a lavorare nell’arsenale della città come apprendista carpentiere. Aveva tredici anni, era robusto e forte e seppe superare, appena arrivato, la temibile “spagnola”, l’epidemia che tantissime vittime, più che quelle per causa di guerra, mieté in Europa e aveva colpito pure Pola e lui stesso.Quest’anno ricorre il centenario dell’”iniziazione” di Egidio all’apostolato con la sua adesione di quindicenne al Circolo giovanile “San Francesco” dell’Azione Cattolica di Pola (prese la tessera il 2 luglio 1920) e dunque dei suoi fervori per Cristo indirizzati specialmente ai ragazzi e giovani, nella sua città prima, poi a Monfalcone: un interesse e un’opera che egli estese progressivamente agli scouts, ai poveri della “San Vincenzo”, al culto al Sacro Cuore, massimamente all’ideale francescano, mentre fu sempre impegnatissimo e convinto il suo servizio in parrocchia come catechista.Il Comitato “Ven. Egidio Bullesi” ha seguito lo scorso anno le celebrazioni del 90° dal suo transito (25 aprile 1929) che si sono dilatate da Barbana a Grado (intitolazione a lui del ponte “bianco”, con presenza da Roma del postulatore francescano della causa), a Pola (pellegrinaggio del 26 aprile 2019, restituito dagli amici italiani d’Istria), a Trieste (solenne messa nel Tempio di Monte Grisa), ai luoghi adottivi della sua famiglia esule nel Pordenonese, Vito d’Asio e Ramuscello di Sesto al Reghena (qui con intitolazione del sagrato “Fratelli Bullesi”), dovunque donando ed esponendo un’immagine ricordo suscitatrice di devozione e della preghiera d’intercessione al venerabile; in seguito ha iniziato a far circolare la bellezza di questa figura di giovane cristiano e dei suoi esempi attraverso una mostra confezionata nella sua Istria (è stata esposta nel santuario francescano di Madonna dei Miracoli di Motta di Livenza nel novembre passato): ora il gruppo – sempre coordinato dai frati nella persona di padre Marciano Fontana, che a Barbana è vissuto “con Egidio” ben 31 anni – attende di celebrare proprio il centenario del “christifidelis laicus” cui l’Azione Cattolica, sia goriziana che triestina, saranno partecipi. Quando ancora non si sa, ma è fermo desiderio che l’anniversario di Egidio Bullesi – un santo attuale, una causa assolutamente da non mollare – sia solo rimandato.