Arcidiocesi e Fondazione Ca.Ri:Go.: impegno condiviso per il sociale
7 Maggio 2020
La pandemia Covid-19 sta tenendo sotto scacco il mondo intero e già risulta chiaro quanto enorme e profondo sarà l’impatto che avrà a livello sociale, economico, culturale, oltre che sanitario, con prospettive ancora difficili da decifrare. In questi giorni, accanto all’angoscia per la diffusione del Covid-19 e per le conseguenze sulla salute delle persone, è iniziata un’altra partita, quella delle azioni da intraprendere per limitare l’impatto economico e sociale del virus e delle misure che si rendono necessarie per contrastare una recessione economica che rischia di essere devastante.In questo scenario risulta evidente come il contributo di due delle principali Istituzioni del Territorio, da sempre in prima linea a supporto delle fragilità sociali, Arcidiocesi di Gorizia e Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, sia importante e fondamentale, perché esse hanno acquisito sempre più nel tempo un importante ruolo di attivatori sociali e, dunque, di protagonisti e promotori del welfare di comunità, oltre che ad avere una visone complessiva dell’intero territorio. È il loro un contributo, dunque, che fa perno non solo sulle risorse finanziare che le due Istituzioni possono mettere in campo, quanto piuttosto sulla rete di collaborazioni che entrambe negli anni hanno saputo costruire, rete che ora diventa il vero valore aggiunto nel rispondere alla domanda del cosa fare dopo. Alla luce di questi ragionamenti e riflessioni l’Arcivescovo Carlo Roberto Maria Redaelli e la Presidente Roberta Demartin hanno individuato alcuni linee condivise di azione che permettono di ripercorrere, ampliandole, progettualità già in campo, in altri cercano di dare risposte ai bisogni emergenti.In primo luogo viene ribadito il Sostegno alle nuove povertà attraverso il già collaudato rapporto tra Fondazione e Caritas diocesana di Gorizia che vedrà come punto di partenza gli Empori della Solidarietà i quali saranno implementati in modo da poter raggiungere, grazie ai feed back dei centri di ascolto presenti in tutto il territorio, le persone entrate in difficoltà a causa della situazione della pandemia in corso, i cd. “nuovi poveri” ;Viene poi sottolineato il ruolo che nell’attuale fase ed in futuro assume il Sostegno ai bambini adolescenti e ragazziLa crisi economica degli ultimi anni, i tagli alla spesa sociale, la complessità delle relazioni familiari stava già pesando in maniera importante sulle condizioni di crescita dei più piccoli e sulle loro prospettive. La pandemia ha ampliato le difficoltà e le distanze sociali. C’è il rischio che sempre più bambini e ragazzi restino indietro.In questo contesto, il pericolo da esorcizzare è che bambini ed adolescenti siano privati delle condizioni di base per apprendere, esprimersi, sperimentare; il pericolo da esorcizzare è la povertà educativa, che è insidiosa, ma si può curare: compensando gli eventuali limiti familiari e di contesto con l’accesso generalizzato alle opportunità educative, relazionali, emotive.L’azione che Fondazione e Arcidiocesi intendono aiutare a mettere in campo è l’implementazione e il supporto, adeguato alla nuova situazione, ai centri di aggregazione giovanile, già presenti e finanziati da anni, affinché gli stessi siano non più e non solo un modo per far trascorrere insieme ai ragazzi il tempo estivo ma diventino veri e propri aiuti alle famiglie in termini educativi, di supporto psicologico e, indirettamente, anche economico, consentendo così anche di recuperare i deficit educativi e formativi che si sono inevitabilmente creati nella fase di lock down.”Io credo che non ci potrà essere vera ripresa se ci sarà un deficit di comunità, ha sottolineato la Presidente di Fondazione Ca.Ri.Go. Roberta Demartin. “C’è bisogno di un’alleanza territoriale tra autonomie scolastiche, comuni e terzo settore, territorio per territorio, che aiuterebbe a sgravare le famiglie in difficoltà. Bisogna creare partenariati territoriali e affiancare educatori del privato sociale agli insegnanti e alle famiglie, partendo dal supporto fondamentale dei Comuni. E in questo Fondazione e Arcidiocesi, ribadisce la Presidente Demartin, hanno un ruolo importante poiché, ben prima della pandemia, hanno insieme messo in atto, con gli Enti del Terzo Settore, strumenti fondamentali di sostegno alle fragilità sociali ed esperienze educative di comunità, che mai come ora diventano fondamentali poiché replicabili e implementabili, pur nella difficoltà del momento, per ricucire il tessuto sociale del territorio ed è su questo che stiamo lavorando”.”In questo tempo di grave difficoltà – precisa l’Arcivescovo Redaelli – l’Arcidiocesi di Gorizia, con la rete delle parrocchie e delle associazioni, ha cercato di rafforzare la sua presenza e il suo aiuto a favore dei poveri vecchi e “nuovi” e si è impegnata a mantenere una sua presenza educativa a favore dei ragazzi in collaborazione con le famiglie. Grazie all’apporto e al sostegno di enti ed istituzioni, come la Fodazione Ca.Ri.Go. con cui da tempo collabora, vuole potenziare anche con forme innovative il suo servizio ai bisognosi e la sua azione educativa a favore dei ragazzi nei prossimi mesi estivi”.
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