Sulle tracce della memoria per non dimenticare
21 Luglio 2020
Quando, per i paesi del Friuli austriaco, si parla di Caduti nella Grande Guerra, il pensiero corre subito al fronte orientale, alla Galizia, ma in realtà (anche se non con i numeri di quel fronte) gli uomini del Litorale hanno combattuto su tutti i campi di battaglia sui quali la Duplice monarchia è stata impegnata e purtroppo diversi vi hanno trovato la morte. Anche in quello alpino.Per queste ragioni nel giugno scorso, appena riaperta la frontiera con l’Austria, un gruppo di persone – mons. Mauro Belletti, Giorgio Milocco, Dario Kenda, Stefano Perini e Carlo Schiff -, interessate a quegli avvenimenti, sia per doveroso senso di reverenza alla memoria dei conterranei che in tali vicende hanno sofferto, sia per ritrovarne attraverso lo studio storico le tracce e la testimonianza, si sono recate nella vicina Carinzia alla ricerca di un caduto di Medea, Francesco Godeas. E l’hanno ritrovato, nel cimitero militare di Mauthen.La famiglia a Medea, avvertita dal Sindaco Igor Godeas, non era a conoscenza del luogo di sepoltura e questo rende ancora più commovente ed intensa l’emozione di coloro i quali hanno vissuto in prima persona l’avvenimento.Francesco (come ha scoperto Dario Kenda), classe 1878, dunque non giovanissimo, contadino mediatore, era un artigliere dell’I.R. Reggimento d’Artiglieria da Fortezza n. 4. Perse la vita il 13 dicembre 1916, travolto da una valanga sulla Mauthner Alm, dove era posizionata la sua batteria di cannoni da 150. Quella valanga uccise altri 14 soldati, di cui sei provenienti dalla Contea di Gorizia e Gradisca. Segno purtroppo tangibile che sul fronte alpino, oltre all’insidia nemica, era la natura stessa a mietere tante vittime.A rendere più dolorosa la tragedia il fatto che Francesco Godeas aveva lasciato moglie e quattro figli, di cui l’ultimo nato a guerra iniziata.Di fronte alla sua croce, nel verde del cimitero ben curato, una preghiera e una benedizione impartita da mons. Belletti per lui e per tutti i Caduti.Nello stesso luogo è sepolto un altro friulano, Ermenegildo Florean, classe 1891, di Villa Vicentina, anch’egli artigliere ucciso dalla stessa valanga. Nell’occasione vi è stata pure una sosta al cimitero del Plöcken Pass, anche qui molti i morti per le valanghe. L’ambiente idilliaco e suggestivo non rende certo meno triste il pensiero di quelle vite spezzate.Una visita, una benedizione e una preghiera ci sono state inoltre al Sacrario italiano di Timau. Una sorta di pellegrinaggio, dunque, che continuerà, dovuto a tutti coloro che sono stati sacrificati in quella “inutile strage” e in particolare a tutti quelli dimenticati per tanto tempo.
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