Quali prospettive per il Mercato Coperto?

Da tempo in città si parla dei lavori di riqualificazione del Mercato Coperto, che puntano a dare nuova luce allo spazio commerciale, alquanto provato dallo scorrere del tempo.Sembrava che il progetto dovesse coinvolgere solamente la parte interna del Mercato, quella formata dai tradizionali banchi, ma il mese di settembre si è aperto con una “sorpresa” che ha fatto sussultare otto delle attività commerciali che gravitano attorno alla struttura, sulla parte esterna che dà su Corso Verdi e via Boccaccio, le quali si sono viste recapitare un’inaspettata lettera da parte del Comune di Gorizia che annunciava loro la scadenza della concessione e l’impossibilità di rinnovarla al 31 dicembre 2020 (o, per alcuni, a scadenza contrattuale nei mesi precedenti), data entro la quale dovranno lasciare liberi i locali. Nella lettera viene tuttavia specificata la disponibilità di prorogare la scadenza di sei mesi, arrivando quindi al 30 giugno 2021, subordinata però alla verifica contabile.La necessità di lasciare liberi i vani commerciali, ha spiegato il Comune nella missiva, è legata proprio al programma del primo lotto dei lavori di riqualificazione del Mercato Coperto cittadino.La notizia ha colto di sorpresa i commercianti coinvolti, che non nascondono una viva preoccupazione per quello che sarà il futuro delle loro attività, molte delle quali vantano una storia che ha attraversato diversi decenni della vita goriziana.

Le preoccupazioniRenato Fiorelli, che gestisce l’edicola su Corso Verdi, ha espresso timori che riguardano non solo la sua attività, come lui stesso ha affermato una tra le più “semplici” da trasferire dal punto di vista logistico, ma anche e soprattutto per le realtà a lui vicine che trattano prodotti alimentari e che hanno, negli anni, investito molto sulle apparecchiature necessarie, spesso realizzate su misura.”Ci siamo sentiti colti alla sprovvista – ha asserito – perché ci è arrivata tale notifica ma non ci è stato fatto vedere ancora nessun progetto; è mancato da parte del Comune un dialogo, un’informazione precedente, anche semplicemente verbale, per coinvolgerci. Non sappiamo nemmeno cosa succederà alle attività che non hanno ricevuto la notifica: riceveranno anche loro l’avviso? Non lo riceveranno? “Provano” intanto con noi per vedere come va? La situazione sembra confusa”.Viva preoccupazione anche per quanto riguarda una possibile perdita del target, dovendo passare dalla zona centralissima in cui le attività si trovano ora, ad altre più decentrate; il timore è quello di non reggere il contraccolpo e di dover poi chiudere definitivamente i battenti delle proprie attività.”Questi lavori, presentati così come lo sono ora, sono approssimativi; le possibili soluzioni che ci sono state proposte non ci sembrano adeguate, perché collocate in posti chiusi o comunque meno di passaggio rispetto a Corso Verdi. Ci sentiamo poco considerati e coinvolti”, ha concluso Fiorelli esprimendo il suo pensiero.A pochi passi di distanza, la Bottega del Caffè, anch’essa coinvolta nel piano comunale. Molto dispiaciuta la titolare “per come siamo stati trattati, non me lo sarei mai aspettato. La scelta poi di realizzare tutto ciò proprio ora, in un momento in cui il commercio non è al suo massimo, mi lascia perplessa. Inoltre il mercato è stato più volte sottoposto a lavori negli anni ma mai erano stati toccati i negozi esterni, che sono tutti affittati, lavorano e contribuiscono a mantenere vitale la zona. Ci sono attività storiche e la mia attività, nel 2022, festeggerà i 100 anni…”La responsabile della Bottega non nasconde anche lei preoccupazione per i tanti colleghi coinvolti: “per la mia attività sono forse un po’ meno preoccupata – mi costerebbe sicuramente ma non avrei grosse problematiche a trasferire tutto, anche perché posseggo un altro locale commerciale nelle vicinanze, per cui non mi allontanerei troppo nemmeno dalla mia clientela – ma penso alle tante attività alimentari, come il negozio di specialità alimentari o la macelleria, che rischiano spostandosi di dover spendere veramente decine e decine di milioni di euro. Inoltre la mia paura è che lo spostamento significhi la morte per tutti i negozi: qui si lavora perché si è un “blocco” unito, la gente che viene è clientela abituale. Trasferirci in via Rastello, una delle bozze di proposta avanzate, vorrebbe dire entrare in una zona pedonale, pertanto uno difficilmente andrà a fare una spesa “grossa”; altre soluzioni, al chiuso e senza la possibilità di passaggio, non le trovo adeguate. Al momento non conosciamo le intenzioni del progetto e non siamo stati interpellati; ci sembra una cosa “calata dall’alto” e non abbiamo una vera visione del futuro della città”.Tra le attività che da decenni si affacciano su Corso Verdi, anche il negozio di alimentari dove ci ha accolto Manuela Beltrami, che con fermezza ha voluto sottolineare che loro combatteranno “affinché il mercato non venga spostato e riprogettato, perché le strutture esterne innanzitutto sono tutelate dalle Belle Arti, inoltre al loro interno i negozi sono in gran parte fatti su misura. Noi contiamo quarant’anni di attività alle spalle e, ad esempio, i nostri frighi sono stati realizzati su misura: se vengono smontati, poi non possono essere riassemblati; ciò significa buttarli. Ci sono poi attività che hanno investito in una risistemazione solamente due o tre anni fa, anche in questo caso con attrezzature e mobilio su misura.C’è da dire poi che questo quadrilatero commerciale è in qualche modo il “fulcro” della città: se qui si verrà a chiudere – cosa che noi, ripeto, non vogliamo – chi tornerà qui dopo tre o quattro anni, come previsto dai lavori? Significa affrontare due traslochi in brevissimo tempo, rischiare che la clientela prenda altre vie… Certo il mercato ha bisogno di una buona sistemata per riportarlo alla sua antica bellezza, ma credo che i lavori potrebbero essere fatti a lotti, senza costringere gli esercenti a traslocare. Pesa poi non essere statti interpellati per questo progetto. Credo infine che paragonare questo mercato a quelli delle grandi città europee, che hanno altri volumi di cittadinanza, di turisti e di clientela, non sia sostenibile, si rischia di avere una cattedrale nel deserto”.

Il ComuneDal lato comunale il Sindaco e l’assessore al Commercio al hanno sottolineato la volontà di “operare per la rivalorizzazione di una struttura bellissima e storica, affinché diventi un vero polo di attrazione. La Camera di Commercio, che ha già stanziato una somma, ha elaborato un progetto molto importante e di altissimo livello, che dovrebbe rendere il mercato elemento di attrazione turistica, un po’ sul modello dei mercati spagnoli, con al suo interno anche con attività di una certa importanza. Ovviamente i lavori saranno importanti e non sarà possibile rimanere nella struttura durante il loro svolgimento. L’amministrazione comunale si sta muovendo, anche con un bando, per richiedere degli spazi ampi dove trasferire il mercato, nel suo insieme, per il tempo necessario ai lavori. Nessuno degli operatori verrà lasciato “a piedi”: finché non sarà trovata una soluzione – al momento si stanno valutando varie ipotesi in centro città – non saranno spostati dalle loro attività, verranno effettuate se necessario delle proroghe. Saranno inoltre assolutamente coinvolti a breve con degli incontri, non appena ci saranno delle ipotesi concrete, e verrà loro illustrato il progetto. Comprendiamo la loro preoccupazione e stiamo veramente ragionando a 360°”.