Don Fausto: una vita accanto ai più sofferenti
16 Dicembre 2020
Don Fausto riposa nel cimitero di Fiumicello, accanto ai suoi genitori. È stato il suo ultimo viaggio terreno dopo che per una notte, al termine delle esequie nel Duomo di Sant’Adalberto. nella cappella di San Giuseppe del santuario di Rosa Mistica, è stato vegliato e accompagnato dalle preghiere delle Suore della Provvidenza.Sono stati giorni di tristezza e commozione per molte comunità della nostra diocesi, in particolare per quelle dell’Unità pastorale di Cormons, dove don Fausto ha svolto i suoi ultimi, intensi, 13 anni di ministero pastorale benvoluto e amato da tutti.E la conferma è venuta anche dalla celebrazione di commiato nella parrocchiale cormonese. I 200 pass per assistere alla Messa sono stati esauriti in pochissime ore. Ne sarebbero state molte di più le persone, se l’emergenza per la pandemia non avesse costretto a contingentare le presenze in Duomo. La solenne Messa esequiale, accompagnata dalla corale “Sant’Adalberto”, è stata presieduta dall’arcivescovo Carlo e concelebrata dal vicario generale don Armando Zorzin, dal parroco don Paolo Nutarelli, dai sacerdoti della Collaborazione pastorale don Mauro Belletti e don Josip, dai vicari episcopali e dai decani. Presenti anche i due diaconi cormonesi Marco Braida e Renato Nucera. Il vescovo Carlo, dopo aver commentato le letture, ha affermato che “Gesù non è un semplice guaritore che offre sollievo temporaneo ai mali delle persone, ma porta il Vangelo ai poveri, cioè la buona notizia che c’è una salvezza, c’è una misericordia, c’è un amore. Non veniamo dal niente e non andiamo verso il niente, ma siamo stati creati per amore, redenti per amore e attesi nel regno di amore del Padre”.E l’azione di don Fausto va letta proprio riferendosi a queste parole. È stato “un sacerdote attento ai poveri e ai sofferenti di ogni genere (soprattutto dell’anima) – ha detto il vescovo -, sempre disponibili ad ascoltarli, a offrire parole di consolazione, ma soprattutto di fede. Perché quello che faceva don Fausto attraverso la sua azione il suo ascolto non era per prima cosa finalizzata a dare un aiuto o una parola di incoraggiamento, ma ad annunciare l’amore del Signore attraverso quei segni concreti. A lui stava a cuore questo: che le persone attraverso la sua vicinanza e le sue parole sentissero di non essere abbandonate, ma amate dal Signore. Don Fausto non offriva solo solidarietà e conforto alle persone, ma faceva percepire loro, nella loro situazione spesso di grave sofferenza, la buona notizia dell’amore del Signore: appunto donava il Vangelo. E lo donava non in astratto, ma mettendo in gioco i talenti che aveva ricevuto dal Signore: l’ascolto, il dare importanza a ciascuna persona come fosse unica, di mettere a disposizione di tutti il tempo necessario, il ricordarsi anche dopo tanti anni di ogni persona incontrata, l’offrire come attenzione all’altro non solo un aiuto materiale ma qualcosa, magari un’immaginetta, una corona del rosario e anche una sola caramella”. E ancora, ha sottolineato che “ciò che ha guidato tutta la vita di don Fausto è stata la ferma convinzione che Dio c’è e ci ama con la sua misericordia. Per don Fausto il Vangelo era evidente, sempre. E per questo lo rendeva evidente per le persone”. Il vescovo ha ricordato anche la “sua relazione profonda con Maria, pregata e tenuta vicino soprattutto con la preghiera del rosario e venerata a Lourdes e in altri santuari. E Maria sicuramente gli è stata a sua volta vicina. Forse sono solo coincidenze, ma don Fausto è nato il giorno della festa della Madonna del Carmine, è morto il primo sabato del mese nella novena dell’Immacolata e oggi celebriamo il suo funerale nel giorno della Madonna di Loreto. Possiamo dire che la Madonna gli è stata davvero accanto in tutta la sua vita e anche nella sua morte, don Fausto è morto con il rosario in mano”.In Duomo erano presenti, a testimoniare anche la partecipazione delle società civile, i gonfaloni della municipalità di Cormons con il sindaco Roberto Felcaro e di Dolegna del Collio con il sindaco Carlo Comis e il sindaco di Fiumicello-Villa Vicentina Laura Sgubin. Un lungo applauso ha salutato la bara mentre attraversava la navata e poi all’esterno lungo la scalinata del Duomo e mentre il furgone funebre, dopo il bacio dato alla bara dal vescovo Carlo, si allontanava dalla folla si è alzato forte un “Arrivederci don Fausto”.__________________________________________________________________________________
Duemila le persone che sono sfilate in silenzio e in preghiera
È stata corale la partecipazione al cordoglio per la morte di don Fausto Furlanut, avvenuta così in modo repentino da lasciare affranti e sgomenti quanti, e sono moltissimi anche di fuori regione, lo avevano conosciuto. Una partecipazione corale nonostante le restrizioni per contenere il contagio da Covid -19 che hanno costretto a contingentare i posti per la celebrazione delle esequie. Sono state comunque 2mila persone che, tra mercoledì e giovedì, sono sfilate in silenzio e in preghiera dinanzi alla bara deposta in Duomo, dinanzi alla mensa eucaristica, per rendere omaggio a don Fausto. In molti si sono fermati per assistere alle Messe celebrate nell’arco delle due giornate e alla recita del rosario. E chi non ha potuto essere presente personalmente alle esequie lo ha fatto via web: sono state infatti migliaia le visualizzazioni sui canali social della Collaborazione pastorale di Cormons e della Diocesi. “E’ tutto questo è stato reso possibile grazie alla collaborazione di molte persone – ha detto il parroco don Paolo Nutarelli esprimendo tutto il suo ringraziamento – dal Gruppo alpini, alla squadra comunale di Protezione civile, alle associazioni parrocchiali, agli scampanotadors di Mossa”.La redazione di chiesacormons.it ha creato il seguente indirizzo email particolare: donfausto@chiesacormons.it per lasciare uno scritto per don Fausto. Infatti, in tempo di pandemia, non potendo usare “il libro delle firme” si è pensato di usare altri strumenti. Chi lo desiderasse potrà, quindi, lasciare un pensiero e un saluto intimo e confidenziale a don Fausto che tanto bene ha fatto in mezzo a noi nel corso della sua vita.
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