Quando una firma è una mano tesa a chi è in difficoltà economica

Le conseguenze della pandemia da Coronavirus, ormai purtroppo lo sappiamo, non sono soltanto quelle legate all’aspetto sanitario. I numerosi periodi di lockdown più o meno totali e le chiusure di molte attività in più settori, hanno avuto un peso davvero rilevante sulla vita di tante persone e di tante famiglie che da un giorno all’altro si sono viste ridurre le proprie entrate o, nei casi peggiori, si sono trovate all’improvviso di fronte alla totale assenza di queste.Per venire incontro a queste nuove, gravi difficoltà, l’Arcidiocesi di Gorizia si è attivata sin dalle primissime fasi della pandemia istituendo il “Fondo Scrosoppi”, uno speciale strumento a sostegno proprio di coloro che subiscono le conseguenze economiche e finanziarie di questo particolare momento.Il Fondo è operativo grazie ai fondi attribuiti dalla Conferenza Episcopale Italiana all’Arcidiocesi di Gorizia grazie alle entrate dell’8xmille: anche in questo caso la semplice firma di tanti contribuenti ha permesso di dare un futuro meno incerto a tante persone vittime delle conseguenze della pandemia. Al Fondo contribuiscono anche le offerte raccolte fra i sacerdoti della diocesi. Fondamentale risulta, inoltre, l’apporto economico derivante dalla generosità di tante realtà, sia pubbliche che private, che hanno da subito espresso il desiderio di sostenere l’iniziativa.Il Fondo intende inoltre incrementare la collaborazione fra l’Arcidiocesi e altri Enti e istituzioni presenti sul territorio, al fine di venire incontro in maniera il più possibile coordinata, sistematica ed efficace ai crescenti ed urgenti bisogni delle persone e delle famiglie.Proprio in virtù dell’emergenza straordinaria che stiamo vivendo va ricordato che lo “Scrosoppi” non si sostituisce a iniziative o interventi già esistenti, sia pubblici che privati, e quelli che verranno attivati da altri soggetti, ma ha una funzione di stimolo alla generosità di tutti come singoli e come comunità. In particolare affianca ed integra le iniziative di carità che le comunità ecclesiali da sempre assicurano a livello locale, nella tradizionale volontà e capacità di solidarietà della comunità cristiana.Le richieste di erogazione presentate al Fondo, secondo criteri stabiliti dal Consiglio di indirizzo e reperibili al sito www.fondoscrosoppi.eu, sono raccolte dai Centri di ascolto Caritas del territorio diocesano, che non mancano di collaborare strettamente anche con gli altri Centri e con le parrocchie. Le pratiche sono quindi periodicamente inoltrate alla segreteria del Comitato di gestione che le prende in carico, le esamina e decreta il sostegno.Gli interessati possono presentare la richiesta ai seguenti Centri di ascolto:- per il decanato di Gorizia e S. Andrea: Centro di ascolto diocesano presso l’Istituto “Contavalle” in via Garzarolli, 131;- per il decanato di Monfalcone – Ronchi – Duino: Centro di ascolto parrocchiale a Staranzano, via De Amicis 10;- per il decanato di Cervignano – Aquileia – Visco: presso la parrocchia di San Michele a Cervignano del Friuli, via Verdi, 2.- per il decanato di Cormòns – Gradisca d’Isonzo: presso la Parrocchia di Cormòns via Pozzetto 4.Ricordiamo infine che il Fondo Scrosoppi può essere richiesto anche dalle imprese, che potranno beneficiare di un anticipo di 3.000 euro per un fatturato fino a 50 mila euro, di 4.000 per un fatturato fino 60 mila e di 5.000 per un fatturato fino a 90 mila. L’anticipo sarà restituito senza interessi o qualsiasi altra spesa con un piano di ammortamento composta da 36 rate mensili comprensivi di un preammortamento di 12 mesi.

L’attività al 18 maggio 2021Il Fondo Scrosoppi nei suoi primi 5 mesi di attività ha già impegnato 58.860,00 euro (di cui già liquidati 41.560,00) per sostenere 33 nuclei familiari per un totale di 86 persone di cui 36 minori di 18 anni. Delle 33 famiglie che stanno beneficiando del Fondo 10 nuclei familiari hanno già usufruito delle prime tre mensilità di contributo e hanno anche ottenuto il rinnovo per gli ulteriori tre mesi, perché purtroppo la loro condizione economica non è cambiata, perché la situazione economica del nostro Paese, dovuta all’emergenza sanitaria, non sta migliorando.Tra le famiglie beneficiarie 16 nuclei, pari al 49%, non percepiscono alcun redditoIl 55% dei nuclei familiari beneficiari del Fondo Scrosoppi sono cittadini italiani. (tabella a sinistra in alto)Analizzando il genere delle persone, che hanno presentato domanda per il sostegno previsto dal Fondo Scrosoppi, si rileva che 15 sono donne e 18 sono uomini Per ciò che riguarda la classe di età di coloro che hanno ottenuto il contributo del Fondo (tabella in basso a pagina 8) 17 persone sono over 50 anni, 6 hanno un’età tra i 40 e i 50 anni, 6 sono della fascia di età 30 – 40 anni ed infine 4 persone sono under 30. Si può concludere che più della metà dei beneficiari ha già compiuto i 50 anni. Si tratta proprio della classe di età dove è più difficile il reinserimento lavorativo.Per la maggior parte delle famiglie beneficiarie del Fondo (tabella in basso pagina 9) le motivazioni, che le hanno spinte in povertà, è la diminuzione del salario o il non ottenimento del rinnovo del contratto di lavoro: 12 beneficiari non hanno ottenuto il rinnovo del contratto di lavoro e altre 10 persone hanno richiesto aiuto al Fondo Scrosoppi, perché hanno visto ridurre le ore di lavoro. Due famiglie beneficiarie del Fondo sono scivolate nella povertà, perché un loro componente il nucleo è stato messo in Cassa Integrazione Guadagni, altri 6 beneficiari hanno visto la riduzione superiore del 30% del fatturato nella propria attività imprenditoriale e fine 3 famiglie, che beneficiano del Fondo Scrosoppi, hanno un componente che non ha potuto avere nell’anno 2020 un contratto stagionale.   Analizzando, invece il settore economico in cui erano impegnati o sono impegnati i beneficiari del Fondo Scrosoppi (tabella in alto a pagina 9)16 persone su 33 (quasi il 50%) operano o operavano nel settore della ristorazione, bar e alberghiero. Commercio e servizi sono i settori al secondo posto con entrambi 5 persone beneficiarie; seguono poi il settore industriale con 4 beneficiari. Da questi dati emerge, come era prevedibile, che hanno risentito maggiormente dell’emergenza sanitaria i settori della ristorazione, bar, alberghiero e quello del commercio: proprio i comparti economici che hanno dovuto sospendere le attività nel rispetto dei provvedimenti governativi finalizzati alla riduzione dei contagi del virus COVID-19.