Addio “Roccia” Burgnich, orgoglio del Friuli
7 Giugno 2021
Il Friuli è stato sempre terra di giocatori che dagli anni ’60 e fino alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, avevano trovato posto nelle varie squadre partecipanti alla serie A. Cercando fra le pagine de “L’Almanacco del calcio” della Panini i giocatori nativi di questa parte del Paese, ne usciva una formazione ricca di campioni che ora ora potrebbe ambire a una qualificazione quanto meno in Europa League. Uno di questi figli prediletti è stato senza dubbio Tarcisio Burgnich: era quello il calcio delle certezze. Il terzino destro portava sulla maglia il numero 2, lo stopper il numero 5 e via discorrendo. Tarcisio “Roccia” Burgnich è stato probabilmente il più forte marcatore a uomo di tutti i tempi del calcio italiano, una vera e propria garanzia per l’allenatore. Nato a Ruda il 25 aprile 1939 (fratello di mons. Onofrio che fu parroco a San Rocco a Gorizia e poi a S. Ambrogio a Monfalcone) iniziò la carriera a livello giovanile a Romans, approdò all’Udinese nel 1958 per poi passare nel 1960 alla Juventus dove vinse uno scudetto nella stagione 1960-61, l’unica sua in bianconero, prima di andare per un anno a Palermo. Ma la gloria Tarcisio la ottenne nell’Inter, dove giocò dal 1962 al 1974 la squadra del mago Helenio Herrera e del presidente Massimo Moratti. Fu titolare di quella squadra con cui vinse due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali e quattro scudetti nel 1963, 65, 66 e 1971. Burgnich poi lasciati i nerazzurri, andò a Napoli, ottenne a Napoli la vittoria in Coppa Italia e l’Anglo-Italiano nel 1976 e dove l’anno dopo chiuse la carriera.Anche in Nazionale ottenne risultati prestigiosi nelle 66 presenze con la maglia azzurra, come la vittoria, finora rimasta unica, al Campionato Europeo del 1968, quello della doppia finale contro la Jugoslavia e il secondo posto ai Mondiali messicani di due anni dopo. Nella partita del secolo, realizzò anche la rete del momentaneo pareggio contro la Germania Ovest, seconda delle due sue reti in nazionale dopo quella realizzata in amichevole contro l’Austria a San Siro. Chiusa l’attività agonistica, intraprese quella di allenatore conclusa a Pescara nella stagione 2000/2001.
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