Il ricordo dell’arciduca Otto d’Asburgo

  l 4 luglio di 10 anni fa, all’età di 98 anni, l’arciduca ed erede al trono di quello che fu il grande impero austroungarico, Otto d’Asburgo, lasciava questo mondo. Una lunga vita contrassegnata da molte umiliazioni e sofferenze ma affrontata sempre con grande coraggio e dignità. In lui si notava l’animo nobile erede di un grande passato e convinto assertore di una missione che la sua famiglia aveva svolto in Europa per molti secoli e che ora, anche se in modo diverso, avrebbe dovuto lui stesso continuare. Infatti, in continuità con il mandato ricevuto, si è impegnato nel campo politico e sociale rivestendo anche il ruolo di rappresentante al parlamento europeo. Il suo impegno per il bene e la pace dei ” suoi” popoli è stato costante e senza tregua. La Paneuropa, la Gebetsliga e altre associazioni e realtà sorte per salvaguardare quei valori maturati nel tempo e che gli eventi nefasti delle guerre e del modernismo rischiavano di spazzare via. Soprattutto la memoria del padre, l’imperatore Carlo, prematuramente scomparso nel 1922 nell’isola di Madeira dove era esiliato insieme a tutta la famiglia. Certamente gli sarà rimasto indelebile il ricordo del suo ultimo incontro con il padre morente. È stato proprio lui, l’imperatore Carlo, a volere che il figlio primogenito assistesse ai suoi ultimi momenti di vita perchè potesse vedere “come muore un imperatore”. Chi lo ha conosciuto o perlomeno incontrato porta con sè il ricordo di un uomo affabile, sincero e attento alle persone senza distinzione di ceto e di condizione sociale. I funerali di stato sono stati celebrati a Vienna il 16 luglio. Il feretro sin dalla prima mattina era stato sistemato nella navata centrale della Cattedrale di S. Stefano e una interminabile coda di persone, proveniente da ogni parte del vecchio impero, è sfilata per dargli un devoto saluto. Anche da Trieste e da Gorizia un gruppo di persone ha voluto rendergli omaggio quale segno di gratitudine per le molte volte che ha espresso la simpatia per la nostra gente onorandola con la sua visita. Nel pomeriggio si sono svolti i funerali presieduti dal Cardinale Schonborn e dopo la S. Messa solenne, con un corteo funebre che si è snodato per il graben hoffburgh, parte del ring, l’Albertina ha raggiunto la chiesa dei cappuccini dove è avvenuto, probabilmente per l’ultima volta nella storia il tradizionale rito dell’apertura della porta. “Chi sei? Sono il principe arciduca Otto d’Asburgo erede al trono quale imperatore d’Austria e re di Ungheria… conte di Gorizia… Signore di Trieste…”. “Non ti conosco!”. E così successivamente per una seconda volta. Alla terza, bussando ripetutamente il portone si sente nuovamente dire dall’interno ” Chi sei? E’ la risposta questa volta è semplicemente: ” Sono Otto d’Asburgo un povero peccatore”. ” Ora ti conosco, puoi entrare!”. E il portone si è aperto per accogliere la bara per rinchiudersi definitivamente sia per la storia personale del principe sia per la storia di una Europa fraternamente unita nei valori della cristianità.Domenica 4 luglio nella chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo in Staranzano alle ore 10.30 nel corso della Santa Messa si farà memoria con un rito di suffragio.