Confine ed Europa
27 Ottobre 2021
Nel suo discorso di giovedì scorso a Gorizia, il Presidente Mattarella ha indicato la strada maestra a Gorizia e Nova Gorica perchè l’appuntamento del 2025 possa rappresentare veramente una pietra miliare nella storia delle due città.Il forte auspicio di Mattarella è che il “confine torni ad essere elemento di scelta di unione…” trasformandosi “da frontiera di divisione in elemento di raccordo e di collaborazione, punto di incontro e di aggregazione capace di generare nuove idee, di essere moltiplicatore di iniziative, capace di far crescere insieme”: un percorso, però, che avrà raggiunto un risultato solo se vetrina “dell’autentico spirito europeo” per confermare “che la diversità culturale non è un tratto che distanzia e separa, ma un valore che arricchisce questa realtà e chi in essa vive, chi la osserva, chi la frequenta, chi la rispetta e chi l’ammira”.Confine ed Europa: riferimenti non scontati nel momento in cui si rialzano i muri, si srotola nuovamente il filo spinato fra gli Stati ed il risorgere dei nazionalismi mette in discussione quei valori fondamentali di collaborazione e condivisione immaginati dai Padri fondatori dell’Unione Europea.Avendo conosciuto la violenza delle divisioni imposte dall’ideologia degli uomini al proprio territorio (penetrato nel profondo da quel muro a sorto a segnare la separazione fra due sistemi politici diversi), Gorizia ha voluto impegnarsi per intendere il confine non come un’entità puramente fisica ma come un’opportunità. Sapendo che proprio il confine (cum-finis nell’accezione latina del termine) separa ma nello stesso tempo ti obbliga ad entrare a contatto con un altro a cui sei irrimediabilmente unito. Ed è da questo incontro che le diversità di lingua, cultura, religione si conoscono arricchendosi reciprocamente.E così proprio il confine ha portato l’Isontino a non richiudersi in se stesso ma a spezzare l’ambito ristretto a cui sembrava destinato aprendosi oltre e considerando come proprio un orizzonte ben più vasto: quello Europeo.La visione profetica di iniziative culturali sviluppate negli anni ’60 ed ancora oggi attive (come le proposte degli Incontri culturali mitteleuropei, del Festival del Folklore o del concorso “Seghizzi” per citarne solo alcuni) hanno portato uomini e donne di tutto il mondo in riva all’Isonzo e rilanciato il nome e la storia della città come esempio di accoglienza, dialogo e convivenza.Tutto ciò ha permesso di concretizzare nel quotidiano l’esperienza di fratellanza che papa Francesco ha definito “la nuova frontiera dell’umanità” e che rappresenta la strada maestra per combattere ogni forma di quell’”indifferenza” che è “nemica di ogni uomo”.Pensare, da subito, l’appuntamento del 2025 in quest’ottica permetterà di non ridurlo ad una proposta di “panem et circenses” meramente turistica ma valorizzarlo come occasione fondativa per un futuro di Gorizia e Nova Gorica sempre più costruito in chiave europea.
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