IV^ domenica di Avvento: “Famiglia” – Gocce di Carità
16 Dicembre 2021
“Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo […]” (Matteo 1,20)Giuseppe accogliendo Maria nella sua vita accoglie anche il Figlio che porta in grembo e prendendosi cura di loro forma la famiglia.Famiglia, è il luogo dove veniamo accolti, dove tra le braccia di una madre sentiamo il primo tepore di quel corpo che ci nutre e ci ha dato la vita.Dove facciamo i primi passi, impariamo a cadere e rialzarci, aiutati da chi con attenzione ci offre la mano per sostenerci.La famiglia è il luogo dove, dopo aver combinato qualche guaio, si corre per trovare rifugio, dove si viene capiti, anche previo qualche scapaccione ben meritato.È il luogo, forse l’unico, dove ci è permesso sbagliare e recuperare l’errore, senza essere giudicati e condannati, ma corretti.È il conforto delle nostre ansie e paure in attesa di diventare grandi e quello della nostra educazione dove impariamo a rispettare gli altri, gli anziani, le persone fragili; il luogo in cui viviamo. Anche da grandi rimane il nostro punto di riferimento, la madre che sempre ci accoglie e sul petto della quale poggiamo il nostro capo, quasi a voler rientrare in quel luogo sicuro che è stato il suo grembo. Famiglia, bene inestimabile che bisogna coltivare, sostenere perché insostituibile, luogo dove ci sentiamo amati non per quello che siamo riusciti a fare, ma soltanto perché siamo figli.Un amore disinteressato di cui abbiamo sempre bisogno, anche quando siamo grandi e con i capelli grigi e le rughe, ma quell’abbraccio e quell’amore non riusciamo mai a dimenticarlo, neanche quando siamo ammalati e diciamo mamma.Ecco che questo luogo è veramente importante e necessario per qualsiasi persona, soprattutto per i giovani, i giovani di oggi che in questi tempi così particolari hanno bisogno di amore, di attenzioni, di educazione, di sostegno e di quell’accoglienza che toglie la paura di sentirsi soli, la paura dell’abbandono e di quel senso di protezione che nella famiglia si può trovare.
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Giovedì 23 dicembre, ore 18, presso la chiesa di San Valeriano a Gradisca d’Isonzo si terrà la tradizionale messa per tutti i volontari Caritas presieduta dall’Arcivescovo Carlo. Un momento per le Caritas di incontro, vicinanza e preghiera comunitaria con il tradizionale scambio degli auguri.
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Lunedì 6 dicembre per la prima volta la Caritas diocesana insieme alla Croce Rossa di Gorizia ha voluto “invitare” San Nicolò per donare alcuni pensierini a tutti i bambini che lo venivano a salutare e nel porgere i doni ricordava loro la sua storia ed il motivo dei regali.Non tutti sanno che San Nicolò è chiamato anche il Santo della carità proprio per la sua bontà nell’aiutare gli ultimi soprattutto i bambini.Una tradizione sentita in particolare nel nord Italia e nel nord Europa, ma che ha radici lontane che negli anni è stata rivista, modificata secondo il sentire del paese dove veniva ricordato fino a trasformarsi in quello che tutti festeggiano come Babbo Natale.Abbiamo voluto rivivere la tradizione di San Nicolò perché come Caritas abbiamo a cuore i bambini e desideriamo essere loro vicini. Inizialmente l’evento era pensato in Transalpina per poter incontrare anche i bambini della vicina Nova Gorica con la collaborazione dell’associazione Humanitarno društvo Kid, ma viste le restrizioni legate al contenimento del Covid 19 che vigono in Slovenia non si è potuto realizzare.
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