Il grato ricordo degli assistenti di Azione Cattolica
8 Aprile 2022
In occasione dei 100 anni dell’ Azione Cattolica Diocesana, venerdì 1 aprile, si è tenuta (foto a destra) a Ronchi dei Legionari una celebrazione eucaristica in suffragio degli associati e degli assistenti di AC. Di seguito, si offre il testo integrale dell’omelia tenuta da don Michele Centomo, assistente spirituale generale dell’associazione diocesana. Nell’omelia mons. Centomo ha ricordato come il “pensiero va a quanti, uomini, donne, giovani, ragazzi che sono ora nella casa del Padre e che hanno fatto parte della grande famiglia dell’Azione Cattolica, l’hanno fatta crescere perché, pur nelle diverse stagioni della vita, hanno incontrato il Signore”.Un ricordo particolare è stato rivolto agli assistenti e in particolare a “don Renzo ad un anno dalla sua scomparsa. Uomo di relazione CHE ha sempre vissuto il dialogo aperto, vivace e diretto con tutti, senza mai nascondersi, avendo nel cuore e nella mente il buono, il bello e il vero del Vangelo nella concretezza dell’oggi. La sua testimonianza è stata sempre quella di non nascondersi, di permettere a chiunque di venire a toccare con mano la realtà del Vangelo”.Sabato 2 aprile, invece (foto in basso) , l’Auditorium Comunale di Ronchi ha ospitato la presentazione del volume “Il volto ecclesiale dell’Azione Cattolica nei suoi primi cento anni”.
_______________________________________________________________________________
Educatori Acr chiamati nel servizio educativo “a far crescere”
Si è svolto sabato 26 marzo l’incontro di formazione per gli educatori ACR della diocesi di Gorizia presso la parrocchia dei santi Nicolò e Paolo a Monfalcone. Ospite d’eccezione è stato Emanuele Lovato, consigliere nazionale ACR che ha presentato il libro “Chiamati a far crescere – Il servizio educativo come vocazione”, edito da AVE, che contiene riflessioni sulla dimensione vocazionale dell’educatore. Nel corso del pomeriggio, Emanuele ha condiviso alcuni aspetti importanti su questo tema, invitando i presenti prima a fare memoria del momento in cui è arrivata la chiamata al servizio educativo, ripensando anche ad una persona che è stata importante nel loro cammino, con cui si è fatta esperienza d’amore, che è stata testimone della scelta d’amore del servizio educativo. Emanuele ha poi aggiunto come sia importante mantenere un cuore giovane e “vedere al per sempre anche se spaventa”, educare e porsi al servizio non si fa per mancanza di qualcosa, ma per “contagio” di una persona che ha portato la propria testimonianza d’amore nella vita dell’educatore che a sua volta si è messo in gioco. L’educatore non è un supereroe ma è la creatura fragile e umana che ha conosciuto le difficoltà e ha avuto il coraggio di alzarsi, ha scoperto i suoi pregi e i suoi difetti solo ponendosi in costante relazione con gli altri educatori, i ragazzi e tutte le persone che ha incontrato, delle osservazioni ne ha fatto tesoro e si è messo e continua a mettersi in discussione. L’educatore non è colui che si chiede “Cosa faccio ad attività?” ma “Cosa posso fare oggi per i ragazzi? Di che cosa hanno bisogno?”, non è colui che “programma” le attività o i giochi, ma è quella figura che si interroga sui bisogni dei ragazzi e crea qualcosa a loro misura, ogni educatore è chiamato a testimoniare la bellezza di Dio, è chiamato a far conoscere Dio ai ragazzi e come opera nella loro vita. A conclusione del pomeriggio, gli educatori si sono posti in dialogo tra loro, sulle esperienze che ognuno ha vissuto nel proprio cammino, sulle scelte che sono state compiute. Le domande vertevano sulla dimensione del gruppo, sulla vocazione, sull’impegno educativo e sul bene comune. Sono emerse dal confronto alcune difficoltà soprattutto sulla dimensione “gruppo” a seguito della pandemia, ma anche molta voglia di ricominciare a vedersi e a stare insieme, rinsaldare i legami. Altri due aspetti interessanti sono emersi dalla riflessione sulla vocazione ovvero come sia importante ricordare la persona che è stata significativa nel cammino personale del singolo, ma anche quanto siano fondamentali le motivazioni che spingono ad intraprendere il servizio educativo in parrocchia, interrogandosi continuamente su queste. Ulteriore riflessione sulla dimensione dell’impegno educativo verteva su come poter vivere con passione l’impegno educativo nel tempo e come far sì che questa passione sia sempre forte, come poter accogliere anche i ragazzi che vengono affidati e come entrare in dialogo con le famiglie che spesso sono lontane dal nostro vivere quotidiano e comunitario. Il pomeriggio ha permesso agli educatori di ritrovarsi insieme a riflettere sulla dimensione vocazione dell’essere educatore, ponendosi in dialogo e in confronto in un momento a loro dedicato. Un ringraziamento particolare va a Emanuele che ha animato l’incontro ma soprattutto ad Elisabetta e Silvia che hanno organizzato l’incontro e alla parrocchia di San Nicolò che ha dato la disponibilità della sala. L’incontro si può rivedere sulla pagina Facebook dell’associazione.
Notizie Correlate