Gradisca: accompagnare le coppie lungo il fidanzamento
13 Marzo 2015
Educare all’amore ed accompagnare nel percorso del fidanzamento le coppie che si preparano a vivere il sacramento del matrimonio, sembra oggi, un’impresa particolarmente difficile, se non improponibile, perché i mutamenti culturali e sociali sono tali da mettere radicalmente in discussione l’esistenza stessa dell’istituto del matrimonio. Eppure ci sono ancora molti giovani che non intendono giocarsi la vita semplicemente su una parola umana, ma cercano di capire il progetto di Dio, per la loro vita personale e per quella di coppia. È l’esperienza positiva e incoraggiante vissuta dalle coppie che hanno guidato i giovani nel percorso gradiscano toccando con mano il loro interesse e il loro desiderio di accogliere indicazioni e modi nuovi di rapportarsi, per consolidarsi nell’accoglienza e nell’amore reciproco. Vero è – e vogliamo sottolinearlo con forza per dirne la drammaticità – che la società efficientista di oggi non aiuta questi giovani a realizzare i propri sogni impedendo loro spesso di trovare il minimo tempo per fermarsi e riflettere un po’ sulla loro vita e le loro scelte. Fra gli impedimenti più seri, quello del lavoro che, spesso è gravido di ricatti e di chiusure ad ogni richiesta di permessi da rasenta una forma di schiavitù. La prova è stata che solo una parte delle coppie hanno potuto partecipare al bellissimo ritiro vissuto a Castelmonte, caratterizzato da un’esperienza di preghiera di coppia per cogliere nella relazione del Signore il fondamento di quel “per sempre” e non di quel “finché ci vogliamo bene”. E’ stata di grande consolazione anche vedere molte delle coppie partecipare all’Eucaristia domenicale con la comunità parrocchiale, il percorso infatti non è qualcosa a se stante, ma “dentro” il cammino liturgico e non solo della comunità cristiana. Preziosa è stata la presenza-partecipazione di diverse coppie che si sono sposate lo scorso anno e che hanno vissuto in modo entusiasta il percorso. Rimane il lavoro dell’inserimento in un percorso di pastorale familiare zoppicante, la positiva relazione con il sacerdote o con il diacono infatti non è sufficiente e di questa pastorale c’è un estremo bisogno perché è decisiva del “funzionamento”, di quella che sarà l’iniziazione cristiana dei figli.
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