Maria, Madre dell’ascolto

A Loreto ero stato in precedenza solo una volta, per un ritiro spirituale con l’Unitalsi. Ne ho solo un vago ricordo, essendo passati tanti anni, perciò si può ben dire che, partecipando al pellegrinaggio nei giorni dal 5 all’8 agosto scorsi, tutto quello che ho vissuto ha rappresentato per me una novità. Ero anche consapevole che sarebbe stato un pellegrinaggio diverso rispetto a quelli a Lourdes, ai quali sono maggiormente abituato.Alcune cose in particolare mi hanno colpito e ricordo con piacere:- il passaggio nella Santa Casa, uno dei luoghi simbolo della Cristianità, dove ci siamo rivolti a Maria chiedendo la sua protezione;- il luogo molto raccolto, che favorisce lo stare insieme, la conoscenza reciproca, il dialogo fra le persone;- la presenza di tante sottosezioni insieme, a ricordarci che siamo una grande famiglia: è una frase che si sente spesso e che potrebbe risultare retorica, ma è ciò che abbiamo effettivamente vissuto nei giorni di pellegrinaggio;- il tema che è stato affrontato, “Maria, Madre dell’ascolto”, a fare da filo conduttore, un tema quanto mai importante e che ho apprezzato molto per come è stato presentato giorno per giorno;- all’Adorazione Eucaristica, la grande fede e la partecipazione delle persone, alcune visibilmente commosse al momento della benedizione con il Santissimo;- la buona presenza di giovani: con il loro entusiasmo e la loro spontaneità nell’approccio con gli ammalati hanno portato tanta allegria;- l’emozione provata nel portare la statua della Madonna durante la processione aux flambeaux, e nel proclamare la Seconda Lettura nella Santa Messa della domenica, trasmessa in diretta televisiva su Telepace e in streaming sul canale del Santuario.Oltre alla gioia di aver partecipato, c’è anche il rammarico per avere avuto solo un piccolo gruppo di persone da Gorizia. Il pellegrinaggio a Loreto andrebbe maggiormente valorizzato, la speranza è che, nei prossimi anni, tanti altri colgano questa splendida opportunità.