Una presenza molto apprezzata
16 Settembre 2022
Don Youhanna Maher (Amir) è un giovane sacerdote della Eparchia di Assiut (Egitto) che fa parte della Chiesa Cattolica Copta.Ha conseguito il Baccalaureato in Teologia a Roma alla Pontificia Università Urbaniana ed è già stato ospite della Comunità di Cervignano nell’estate del 2019. È tornato per un saluto e per ringraziare della collaborazione che si è sviluppata con il progetto della “Quaresima Missionaria”.Abbiamo approfittato della sua presenza per fargli alcune domande:
Quanti sono e come vivono i cristiani in Egitto?In tutto l’Egitto la popolazione è di 100 milioni di abitanti, al 90 % di fede islamica.I cristiani sono divisi in tre confessioni: i Copti ortodossi, i Copti cattolici e i protestanti.La maggioranza dei cristiani sono Copti ortodossi e sono circa 15 milioni.I copti cattolici sono una minoranza di quasi 250.000 fedeli.Anche se i cattolici sono pochi devo dire che la nostra presenza è molto apprezzata per le attività educative e caritative che la Chiesa offre a tutti, al di là delle appartenenze religiose.Noi viviamo in pace con le altre fedi ma ci sono difficoltà in alcuni aspetti, come ad esempio la ricostruzione delle chiese. Speriamo che i rapporti possano essere sempre più costruttivi.Ci sono alcune difficoltà ma non c’è persecuzione e il clima è tutto sommato collaborativo.
Sei stato ordinato sacerdote il 27 settembre del 2021 nella Chiesa Cattolica Copta ad Assiut in Egitto. Cosa ci puoi dire di questa realtà particolare nella Chiesa Cattolica?Come Chiesa cattolica Copta siamo parte della Chiesa cattolica e abbiamo un rito copto che è una particolarità della nostra tradizione. Siamo nella Chiesa cattolica una delle chiese sui iuris in comunione con il Romano Pontefice.La lingua copta che ci contraddistingue è lingua egiziana antica scritta con alfabeto greco, che precedeva l’arabo, ed è conservata nella nostra Liturgia e nei nostri canti.
Come è maturata la tua vocazione?Faccio parte di una famiglia cristiana. Da quando ero bambino andando al catechismo ho iniziato a partecipare alle funzioni con la mia mamma. Prima di iniziare il mio cammino formativo avevo già una laurea in Ingegneria delle Telecomunicazioni e avevo lavorato per qualche anno negli Emirati Arabi; avevo anche una fidanzata.Poi quando ho sentito la chiamata del Signore a servire nella Chiesa mi sono messo a disposizione.Anche mio fratello maggiore che frequentava i Gesuiti mi ha incoraggiato in questo percorso sacerdotale e la cosa più significativa è che da quando ho iniziato il cammino di formazione ho fatto ogni anno il ritiro spirituale con i Gesuiti.
Il tuo ministero pastorale ti vede attualmente impegnato come vice-parroco della Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù in Al Qusiya sempre ad Assiut. Quanti sono i cristiani di cui ti prendi cura e come si svolge la pastorale?Sono 15.000 fedeli in città, poi ci sono altri nei dintorni.Siamo in tre sacerdoti ma quasi tutte le attività pastorali sono gestite da me.La chiesa è sempre piena, soprattutto la domenica in cui ci sono tre messe a motivo delle dimensioni ridotte dell’edificio.Abbiamo tante attività pastorali rivolte alla catechesi, alle famiglie, agli anziani, al sostegno ai poveri con l’Associazione San Vincenzo e in collaborazione con i Gesuiti le attività del Movimento Eucaristico Giovanile. C’è anche il movimento di Fede e Luce che si rivolge ai disabili.
Il progetto di Quaresima che è stato sostenuto dal Centro Missionario Diocesano di Gorizia riguardava il restauro della chiesetta della Beata Vergine Maria in Tal Al Wasta. Come sono adesso le cose al termine della ristrutturazione?Adesso la chiesetta della Beata Vergine Maria in Tal Al Wasta è diventata una Parrocchia. C’è un parroco che cura le attività in questo villaggio che è a maggioranza cristiano.Mancava il tetto che è stato ricostruito ed è stata sistemata anche la muratura, la ventilazione, l’amplificazione e gli arredi sacri. La capienza è di circa cento persone. Adesso i fedeli e le attività attorno a questa chiesetta si stanno sviluppando con un buon risultato.Il contributo che ci è arrivato dal Centro Missionario è servito non solo per la ristrutturazione della Chiesa ma anche per i poveri e per aiutare i bisognosi e i malati.
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