Il testamento spirituale di Giovanna Rizzardo
14 Novembre 2022
Ho ricevuto copia del testamento di Giovanna Rizzardo, missionaria laica goriziana nelle favelas del Brasile, poche settimane dopo la pubblicazione del libro, La storia di Giovanna Rizzardo.Il documento, datato 23 novembre 1992, contiene le ultime diposizioni di Giovanna, che sarebbe venuta a mancare qualche mese dopo, il 12 marzo 1993.Già da una prima lettura è possibile osservare la profondità umana e spirituale del testamento, in cui il lato materiale ed economico rappresenta il contorno di un lascito vitale e prezioso.Giovanna esprime la sua vicinanza all’Associazione Laicale Femminile del Sacro Cuore di Milano, al Centro Missionario di Gorizia, ai suoi cari e, in particolare, al suo popolo, quello brasiliano, che di lì a poco sente che dovrà abbandonare. Giovanna è consapevole che non potrà più accogliere i suoi meninos – bambini, in portoghese – di Salvador al primo giorno di scuola. Sa che non potrà più essere un sostegno per gli anziani malati e abbandonati della favela di Gamboa. Sente che non potrà più dedicarsi alla formazione e all’orientamento professionale delle tante donne di Itaparica. Riconosce il fatto che il Brasile, la terra che venticinque anni prima l’ha accolta tra povertà e sorrisi, è la sua casa per la quale ha sempre chiesto in modo umile aiuto e impegno.Nonostante questi pensieri, Giovanna continua ad avere fiducia che il Signore, primo o poi, saprà guidere altre persone da questo popolo che lei definisce: “umile, generoso, provato in tante maniere e bramoso di amore”. Quello di Giovanna, appare un testamento scritto con fede e mano ferma, un testamento spirituale dove indecisione ed esitazione non trovano accoglimento.Ella si mostra totalmente devota alla S. Chiesa Cattolica e al S. Padre il Papa, chiede perdono a quanti avesse offeso e perdona di cuore coloro che l’avessero offesa con un abbraccio affettuoso, fraterno e altruista.Lo stesso abbraccio ricevuto dai 240 bambini della scuola “Bambino Gesù” di Alto de Santo Antônio o dalle alunne della scuola di taglio e cucito dell’Obra Social Cristo Rey avviata nel 1974 a Itaparica.Giovanna desidera lasciare a Tutti un messaggio: “Servire Dio (e il prossimo) è regnare!”.L’umiltà di Giovanna, percepibile persino nelle sue ultime settimane di vita, aveva colpito nel profondo gli operatori sanitari di chirurgia del reparto femminile dell’Ospedale Civile di Gorizia, che testimoniarono in questo modo: “Quasi nessuno di noi sapeva che questa persona così insignificante, così nascosta, silenziosa, aveva dedicato la sua vita alla povera gente del Brasile, precisamente nelle favela di Salvador, dove è stata la mamma di tantissimi bambini, il sostegno di tanti vecchi, e la speranza per tanti giovani: una presenza per l’evangelizzazione e la promozione umana, nella condivisione della loro esistenza. Dopo questa scoperta, l’edificazione è stata grande per tutti gli operatori sanitari: direi che ha evangelizzato, perché Giovanna aveva grazia di Dio e da lui ha attinto forza e gioia, per essere accanto agli altri, un segno della Sua speranza.”Questo testamento pone, per il momento, una conclusione alla ricerca sulla figura e sulle opere di Giovanna Rizzardo.Per coloro che sono interessati ad approfondire la sua storia, si rimanda al libro La storia di Giovanna Rizzardo. Missionaria laica e testimone dell’amore di Dio nelle favelas del Brasile, pubblicato con la collaborazione del Centro Missionario Diocesano di Gorizia e disponibile presso la Libreria Faidutti di Via Oberdan, a Gorizia.
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