Impegnati a costruire il bene di un’umanità più fraterna

Grazie ad una giornata soleggiata e mite per il periodo, molti sono stati i fedeli della città e del mandamento che si sono ritrovati nel pomeriggio di lunedì scorso, 21 novembre, presso il duomo di S.Ambrogio  per celebrare la loro patrona, la Madonna della Salute. La santa Messa, concelebrata da diversi sacerdoti delle parrocchie del decanato, è stata presieduta da don Giulio Boldrin, vicario episcopale per il Sinodo e Direttore del Centro Missionario Diocesano, il quale nella sua omelia ha detto: “Venerando e pregando Maria Santissima, come Madonna della Salute, non ci rivolgiamo a Lei solo per chiedere la guarigione del nostro corpo dai mali fisici, ma soprattutto del nostro spirito, del nostro intero essere. La salute che Maria ci dona, è anzitutto la salvezza che guarisce dal peccato. Grazie a Maria che genera il Verbo, ci viene donata la dignità di figli di Dio. Se dunque , accorriamo qui per pregarla, lo facciamo anche perché con la sua intercessione, ci conceda la grazia di essere, come il Padre ci desidera, uomini e donne davvero “vivi”,  abilitati a vivere della vita di Dio.”Commentando poi il vangelo di Luca sulla visitazione di Maria alla cugina Elisabetta egli ha detto: ” Troviamo in questo brano due incontri, la cui protagonista è sempre Maria: quello con Elisabetta, un incontro umano e quello con la Parola del Signore, l’incontro con Dio. Maria donna del sì a Dio, maestra nella fede, ci insegna ad affidarci a Lui, non solo nei momenti gioiosi ma anche in quelli dolorosi. Maria ci testimonia il vero senso dell’affidarsi a Dio con il cuore e con la vita. E poi una seconda chiave di lettura, in quel mettersi in viaggio. Maria si “alzò” e alzarsi è il verbo della risurrezione. Abbiamo bisogno di risorgere, abbiamo bisogno di un atteggiamento attivo, propositivo, di fronte alla tentazione dello scoraggiamento. Ci vuole uno spirito fervoroso, vivace, per uscire dalla situazione nella quale eravamo entrati con la pandemia”.Don Giulio analizzando poi il periodo che stiamo attraversando ha continuato così: “Ci sembrava di essere appena usciti dall’emergenza del covid, che è arrivata l’emergenza internazionale legata alla guerra in Ucraina, poi ancora l’emergenza energetica e quella climatica e poi  quella economica che ha portato all’aumento delle povertà e a quella educativa con alte percentuali di giovani depressi e nel disagio. Maria ci aiuta a non scoraggiarci, a fidarci, ad aprire il nostro cuore alla speranza, perché spesso le paure e lo sconforto sono dentro di noi.”Infine don Boldrin ha invitato tutti i presenti a camminare insieme, rimanendo uniti. “In questi ultimi due anni – ha sottolineato – ci stiamo impegnando nel cammino Sinodale, in comunione con Cristo e tra di noi, per annunciare a tutti la vicinanza del Regno. E Sinodo vuol dire camminare insieme, una parola che diventa già un programma per la Chiesa e per la comunità civile, stile indispensabile anche se difficile. Chiediamo allora a  Maria che ci guarisca dai campanilismi, dalle contrapposizioni, che ci dia la grazia  di crescere nello spirito del servizio e della corresponsabilità. Camminare insieme anche nella nostra città, monfalconesi storici nati sotto la Rocca da generazioni e nuovi arrivati; cristiani e di altre fedi e non credenti, uomini e donne, anziani e giovani, tutti impegnati insieme per il bene di un’umanità che si riconosce sempre più fraterna”. Al termine della celebrazione si è snodata poi per le vie del centro di Monfalcone, la processione con la statua della Vergine,accompagnata da diversi bambini, dai celebranti, dal sindaco Anna Cisint con altre autorità, dai numerosi fedeli e animata dalla recita del rosario, dai cori parrocchiali riuniti e dalle musiche della banda cittadina. Un rito, la processione, non superato, ma come ha ricordato don Giulio, con il senso di accompagnare Maria a contatto con la vita di tutti, fatta di difficoltà e preoccupazioni; per affermare che Lei ci porta a Gesù, ci accompagna sulle strade della nostra vita, per darle pienezza e significato. Seguire Maria per dire a tutti che nell’amore siamo una sola cosa e che intendiamo camminare tutti per la stessa strada che porta a Dio.