III^ domenica del tempo ordinario
Il Vangelo di domenica 25 gennaio 2015
23 Gennaio 2015
Riprendiamo la lettura continua del Vangelo di Marco in queste domeniche del Tempo Ordinario. La Liturgia di oggi ci regala un’altra versione della “chiamata” dei primi discepoli. Siamo all’inizio del Vangelo di Marco: Gesù incomincia a coinvolgere alcune persone nella sua missione dell’annuncio del regno.Interessante e fondante, però, rimane il contenuto dell’annuncio. Proviamo ad analizzare il versetto 15: “il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo”.Il tempo è compiuto (è giunto il momento): Con Gesù è finito il tempo dell’attesa perché è giunto il momento in cui l’uomo può raggiungere la verità. Non attendete, non tentennate, non affannatevi più in vane ricerche; non c’è più tempo da perdere: è giunto il momento decisivo. È ora di finirla con ciò che è passato e sa di morte. Siamo nella compiutezza. Il regno di Dio è vicino (è qui): Il regno di Dio non solo sta per arrivare… ma è qui… ti è accanto. Convertitevi: È l’uomo stesso, nella sua libertà, che deve accedere a questo regno. È un volgere le spalle a tutto un passato perché diventi l’inizio di un cammino nuovo. La storia è giunta alla sua svolta decisiva: chi sa operare questa scelta attua una radicale novità. Credete nel Vangelo: Affidarsi al lieto annuncio presente in Gesù. Credere non è tanto e solo un atto intellettuale o un impegno moralistico: è aderire totalmente al Regno. Per natura l’uomo facilmente non crede. Credere nel Vangelo significa lasciarsi coinvolgere nell’avventura di Dio. È il massimo grado di fiducia, di apertura, di rischio, di affidamento. Annunciata la “missio” di Gesù, ecco, quindi, il desiderio di Dio di coinvolgere gli uomini in questo annuncio. Anche qui, però, l’annuncio è subordinato ad una relazione: stare dietro Gesù. I discepoli, infatti, sono chiamati a seguire Gesù: di fronte alla chiamata tutto passa in secondo piano. Il discepolo prima di essere chiamato a fare qualcosa (=portare l’annuncio) è uno che deve “seguire Gesù”. Ma attenzione: per poter attuare ciò, il discepolo deve compiere delle scelte, deve lasciare qualcosa. Simone ed Andrea lasciano le reti, il loro mestiere, e accettano di cambiare vita. Ancora un particolare: È Gesù che vede i futuri discepoli e li chiama: non si può seguire Gesù senza che sia lui a volerlo.La domanda che ne esce è rivolta a tutti: in che modo siamo chiamati a seguire Gesù? La vocazione non è “roba da preti e suore” ma riguarda ogni cristiano che, in virtù del proprio battesimo, è chiamato a seguire il Signore. Gesù entra nelle nostre vicende, si fa vicino per rivolgerci l’invito fondamentale: “seguimi”. E lo rivolge a tutti.Andrea e Simone lasciano le reti, subito. Gesù ci chiede una risposta decisa anche se sembra che quanto ci viene chiesto cambi i nostri progetti…Come i discepoli dobbiamo avere il coraggio di rischiare, nella consapevolezza, che non siamo soli: Gesù non abbandona nessuno.L’Eucaristia che accoglieremo ci doni la forza del suo Spirito così da poter essere nel mondo annunciatori miti e forti del Vangelo che salva.
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