IV^ domenica di Pasqua
Il capitolo 10 del Vangelo di Giovanni è incentrato sulla figura del “vero pastore”: Gesù si presenta, così, a confronto dei falsi pastori, che anziché guidare il popolo e mettersi al suo servizio lo sfruttano e lo difendono.
24 Aprile 2015
È interessante evidenziare le caratteristiche del Buon Pastore e gli atteggiamenti del mercenario.Il Buon Pastore offre la vita, conosce le sue pecore, le conduce al pascolo. Il mercenario, invece, scappa alla prima difficoltà, abbandona le pecore in balia del lupo. Gesù é colui che da la vita per gli uomini, che conosce a fondo le persone, che si propone come guida per tutti gli uomini. Un verbo importante sul quale fermarsi é “ascoltare”: per avere la vita é necessario ascoltare la sua voce, riconoscerla tra le tante per poter entrare e far parte dell’unico gregge guidato, dall’unico pastore.Evidenziato caratteristiche ed atteggiamenti, siamo invitati a comprendere in queste affermazioni la modalità straordinaria con cui Gesù si propone come pastore: nella sua morte e risurrezione. É li che possiamo vedere realizzate a pieno le sue affermazioni: Gesù é pastore nel domo totale di sè dato liberamente, in una vita donata per tutti in piena libertà. Nel dare la propria vita, Gesù ci dice quanto siamo importanti per lui. A Lui importa dei suoi discepoli, di ogni tempo. È consapevole di chiedere loro un cammino esigente, ma è disposto a fare di tutto per non lasciarci soli lungo di esso. E questo perché conosce ciascuno di noi, meglio di quanto noi conosciamo noi stessi. Però noi facciamo una grande fatica ad affidarci a lui! Andiamo più facilmente dietro al mercenario (politico o religioso che sia), che promette grandi cose al gregge, dicendogli di non preoccuparsi, salvo sparire quando le cose si mettono male. Ci chiediamo mai in mano di chi stiamo mettendo la nostra vita, quel dono inestimabile che Dio ha dato personalmente a ognuno di noi? Davvero daremmo una simile responsabilità a qualcuno che è disposto a rischiare meno della vita per noi?Ci può venire in aiuto, per la nostra riflessione/meditazione, la prima lettura di questa IV^ Domenica di Pasqua. Forte dello Spirito Santo ricevuto dal Risorto, Pietro non ha timori nel dire la verità, nel ripetere quello che è accaduto e che tanti non vogliono riconoscere: Gesù è risorto! È vivo, talmente vivo da poter donare vita a tutti quelli che si rivolgono a Lui. Pietro lo dice con poche parole decisive: “In nessun altro c’è salvezza”.Questa breve frase di Pietro è stupenda nella sua semplicità e nella sua sincerità.”Non illudetevi – dice Pietro a coloro che lo hanno imprigionato- non pensate che il vostro potere o i vostri studi vi possano dare la salvezza: solo in Gesù possiamo trovare la vita vera, la gioia che non finisce”.Il discepolo non è un superuomo, senza smarrimenti od incertezze: tutto ciò fa parte del nostro essere uomini ma con esso possiamo ripeterci, specie nei momenti difficili, quanto Pietro, com forza e gioia, annuncia ancora oggi al mondo, parlando di Gesù: “In nessun altro c’è salvezza”.
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