Assunzione della B.V. Maria
Il commento al Vangelo di sabato 15 agosto 2015
13 Agosto 2015
La pagina evangelica della Visitazione e del canto del “Magnificat” viene proposta nella Solennità dell’Assunzione di Maria in cielo, una festa che esprime la gioia per la vita completamente rinnovata. È la gioia di Maria, la Madre del Signore, che sperimenta -insieme al Figlio Risorto- la liberazione dalla morte, l’ultimo grande “ostacolo” alla vita piena.Prima di addentrarci nel testo biblico riprendiamo quanto il catechismo degli adulti afferma su Maria: “Maria accompagna la Chiesa nel suo cammino e la precede alla meta. Assunta in cielo in anima e corpo, vive nella completa e definitiva perfezione della comunione con Dio e costituisce la primizia della Chiesa gloriosa, che si compirà alla risurrezione universale dei morti, ponendosi davanti a noi come modello concreto della speranza cristiana. La verità dell’assunzione di Maria è emersa lentamente lungo i secoli, con crescente chiarezza, nel comune senso della fede del popolo cristiano, in oriente e in occidente. Infine è stata solennemente definita da Pio XII nel 1950: «L’immacolata Madre di Dio e sempre vergine Maria, finito il corso della sua vita terrena, è stata assunta, in corpo e anima, alla gloria celeste». È la Pasqua di Maria, frutto della Pasqua di Gesù. È il compimento di un’unione senza pari con il Signore della vita, il coronamento dei doni di grazia e di santità a partire dall’immacolata concezione, il premio alla sua obbedienza di fede e al suo servizio di carità. Per noi, che avanziamo a fatica in mezzo alle prove del tempo presente, la gloriosa Vergine risplende come stella del mattino che annuncia il giorno, come stella del mare che indica il porto ai naviganti: «Brilla quaggiù come segno di sicura speranza e di consolazione per il popolo di Dio che è in cammino, fino a quando arriverà il giorno del Signore» (nn. 789-790). Noi crediamo, quindi, che Maria di Nazareth, la madre di Gesù, la prima dei discepoli, che ha allevato il Figlio di Dio ed è stata presente alla croce e nella Comunità radunata a Pentecoste, è stata assunta in cielo, presso il Padre, in corpo e anima.La tradizione cristiana parla di questa come la festa della Dormitio Mariae, l’addormentamento di Maria nelle braccia del Padre. Come ci fa pregare splendidamente il prefazio di oggi, prima del canto del Sanctus: «Non poteva conoscere la corruzione della morte, colei che aveva portato in grembo il Dio della vita».Riassumendo, Maria è la prima dei risorti, la prima tra noi che ha conosciuto la totalità del destino di ogni uomo, la vita per sempre.Il racconto biblico che la Liturgia ci regala in questo giorno è ben strutturato e può essere diviso in tre parti:una breve narrazione del viaggio compiuto da Maria per raggiungere la casa di Elisabetta;il dialogo tra Maria ed Elisabetta;il cantico di esultanza di MariaC’è una metafora che emerge immediatamente, quella del viaggio: in fondo, anche la nostra vita è un viaggio che si concluderà nel vedere il Signore; lì potremo capire e fare nostre le parole del Magnificat.Ci piace sottolineare come questo viaggio sia descritto con verbi di movimento: alzarsi, mettersi in cammino, entrare. La Fede in Cristo non può essere staticità ma continuo movimento del cuore che non smette mai di ricercare il Signore e con Lui, la felicità vera e piena.L’incontro tra Maria ed Elisabetta è l’incontro tra due donne che hanno sperimentato l’opera di Dio nella loro vita: l’evangelista nel raccontare la loro storia ci fa intuire che la vita cambia quando ci si apre al Mistero. Non solo: la storia che si apre a Dio diventa storia di salvezza. Celebrare l’Assunzione di Maria significa rinnovare la speranza nella nostra storia perché niente e nessuno andrà perduto e che il fine di questo viaggio che è la vita è, per sempre, la vita!
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