I^ domenica di Quaresima

Quaresima: tempo per indirizzare il nostro cuore

11 Febbraio 2016

Iniziamo il tempo meraviglioso delle Quaresima. Ha una sua connotazione penitenziale è vero ma è, anche e soprattutto, l’occasione per prendersi del tempo per indirizzare il nostro cuore. In un testo molto bello di Laurita così viene spiegata la Quaresima….“Nel Vangelo di mercoledì scorso, è ritornato più volte l’espressione «nel segreto». Il testo greco recita “en tô cryptô”, traducendo letteralmente: “nella cripta”. La cripta è una parte dell’edificio della Chiesa che rimane nascosta quando vi si entra. È necessario cercarla per potervi entrare, ed è necessario scegliere di scendere, abbassarsi per abitare questo luogo raccolto. Immaginando la persona umana in analogia con la struttura classica di una basilica cristiana (sagrato, navata, cripta), la Quaresima emerge come il tempo della cripta. Nella cripta si rinuncia agli sguardi pubblici del sagrato ed a quelli della comunità nell’assemblea: rimane solo lo sguardo del Padre. La Quaresima è il tempo del cuore, di quella cripta incastonata nella nostra vita, nascosta, ma allo stesso tempo essenziale, perché tutto l’edificio dell’esistenza possa sorreggersi. Il contrasto maggiormente evidenziato da Gesù nel Vangelo è quello tra un’esteriorità falsa ed un’interiorità vuota. L’invito della Quaresima è quello di invertire questo rapporto verso un’interiorità piena ed un’esteriorità autentica. Se il cuore (la cripta) è vivo, tutto il corpo irradia questa vivacità. Le tre dimensioni architettoniche della basilica cristiana classica corrispondono alle tre caratteristiche fondamentali della Chiesa che è mistero (la cripta), comunione (la navata) e missione (il sagrato). La Quaresima ci permette di riscoprire il mistero dal quale scaturisce la vita della Chiesa. L’invito del profeta Gioele a «lacerarsi il cuore», a «ritornare» e l’invito dell’Apostolo a «lasciarsi riconciliare» spronano a questa riscoperta delle sorgenti profonde della Fede, della vita cristiana, della Chiesa. Il primo segno di questo cammino sono le ceneri: esse, spesso, custodiscono le braci ancora accese e calde. Le ceneri vengono usate anche per purificare e invitano ad un rinnovato vigore come quel soffio necessario perché il fuoco ritorni ad ardere”.La prima tappa di questo cammino è il deserto. Le tre tentazioni che Gesù affronta sono segno di quanto l’uomo, nella sua vita, è chiamato ad affrontare. La tentazione, in fondo, non è un’esperienza negativa ma l’occasione per mettersi alla prova e per fare la verità dentro il proprio cuore. Oggi viviamo nella finzione continua; facciamo finta di essere ciò che non siamo e, difficilmente, ci accettiamo per quello che siamo. Eppure, questo è il primo passo da compiere per cambiare, coperture il proprio cuore. La prima tentazione insinua il rifiuto della realtà: trasformare le pietre in pane. È la fatica di accettare il limite (avere fame, essere senza pane), accogliere la realtà della vita così come si presenta, senza sovvertirla, senza vedere ciò che manca nascondendo ciò che esiste: le pietre sono pietre, la fame è fame. Probabilmente è ricordarsi che in questa vita,  che talvolta è come un un passaggio nel deserto, noi siamo “precari”.La seconda tentazione riguarda il possesso dei beni in cambio di un vincolo di sottomissione: «se ti prostrerai…». È la tentazione di dipendere più dai doni di Dio che dal Dio dei doni. È il fascino terribile di ogni ricatto affettivo, commerciale, relazionale: «Se tu… allora io». la domanda nasce spontanea come sto vivendo le relazioni? Sono libere, liberanti o riduco tutti e tutto a possesso?La terza tentazione spinge a seguire un’altra strada. Perché la via della croce, della sofferenza? È interessante notare come il tentatore usa la Parola per mettere in discussione il progetto di Dio. Gesù non dubita dell’autenticità della promessa divina, ma si rifiuta di mettere alla prova Dio gettandosi giù dal pinnacolo del tempio, poiché ciò equivarrebbe a tentare Dio.Nel Pane che spezziamo possiamo trovare la forza per riprendere con slancio pilo nostro passo: il Signore è con noi nelle lotte e nelle gioie di ogni giorno. Anche se dobbiamo attraversare il deserto, confidiamo nello Spirito che ci conduce e ci sta accanto.