XI^ Domenica del T.O.

Il commento al Vangelo di domenica 12 giugno 2016

9 Giugno 2016

O Dio, che non ti stanchi mai di usarci misericordia, donaci un cuore penitente e fedele che sappia corrispondere al tuo amore di Padre, perché diffondiamo lungo le strade del mondo il messaggio evangelico di riconciliazione e di pace. Come sempre la colletta propria del Messale ci presenta una sintesi orante della liturgia della Parola. Indica l’itinerario progressivo dell’incontro fra il peccato umano e l’amore divino. È questa prospettiva il filo conduttore della nostra riflessione. Tutto ruota intorno ad un doppio incontro: Gesù e il fariseo; Gesù e la donna che, in modo dispregiativo, viene chiamata dai benpensanti “peccatrice”. Il primo, che si credeva giusto, si scoprirà debitore verso Dio e, finché non avrà imparato che la salvezza è dono, ne resterà privo; La seconda fa un incontro d’amore e di perdono e trova perdono.Il messaggio del Vangelo è molto chiaro: siamo tutti debitori di Dio, tutti peccatori. La differenza sta nel riconoscersi tali o nel presumersi giusti. È questione di amore (che fa vedere), non di formale legalismo (che acceca). Persino l’invito a pranzo rivolto a Gesù era stato solamente un gesto formale. All’opposto, il gesto della donna mostra che Dio è già nel suo cuore e dove Dio è presente, il peccato è annullato.L’amore è radice di tutto, all’inizio ed al termine di ogni incontro dell’uomo con Dio. La donna ha bisogno di essere perdonata per poi amare a sua volta, perché il perdono è esperienza che ti spinge ad uscire da se stessi. Gesù invita i presenti ad interrogarsi guardandosi dentro il cuore.Quante volte abbiamo parlato d’interiorità? La pagina evangelica ci chiede di rientrare in se stessi, di fare, ricercare la verità dentro il nostro cuore. La religione è un legame e quindi è relazione; il peccato non è una semplice trasgressione della legge. Solo la Fede dice cos’è un “peccato” e dove andare per trovare perdono: rompere la relazione con il Signore, fallire l’obiettivo della vita: amare. L’itinerario, quindi, è da cuore a cuore, dal quello di Dio al nostro. Ed è qui, in questo incontro tra Dio e l’uomo perdonato, amato che ognuno di noi può trovare la forza per vivere la vita non come un eterna vendetta ma viverla (la vita) con lo stile di Dio che abbraccia e ridona dignità.Così Pierino Boselli, riporta nel suo commento: «Quante volte ti fermi a lodare il Signore per il perdono che hai ricevuto? Non dimenticare mai la tua origine: Egli ti ha tratto fuori dall’Egitto delle tue miserie, dalla Babilonia dei tuoi errori, dal sangue dei tuoi peccati in cui ti dibattevi. Egli ti ha lavato e purificato non per le tue buone azioni, ma per puro amore. Piegandosi su di te nel suo Figlio, ha sentito il peso dei tuoi errori, raccogliendo le tue lacrime ti ha riscaldato il cuore di pietra, accettando i tuoi baci indegni ti ha reso immacolato come una sposa. Non dimenticare mai la tua origine, tu che provieni da un popolo di peccatori. Sei stato perdonato gratuitamente, contagiato da un amore senza misura; non spegnere in te questa fiamma divina, perdona e ama tu pure gratuitamente. E che il Signore ti conceda di dire anche tu, con lo stesso animo umile e riconoscente della prostituta resa casta: Rimetti a noi i nostri debiti (peccati), così che anche noi li rimettiamo ai nostri debitori».