Insegnava loro come uno che ha autorità
Il commento al Vangelo di domenica 28 gennaio 2018
24 Gennaio 2018
Mc 1,21-28
Il duro rimprovero di Gesù non è verso l’uomo, ma si rovescia contro lo spirito immondo che lo possiede e che digrigna contro il Nazareno, il santo di Dio. Per questo Gesù non rimprovera l’uomo, ma lo spirito corrotto che lo abita. Il male è il grande problema ed è difficile distinguerlo dall’uomo, separare il peccato dal peccatore. Le persone presenti nella Sinagoga, finché non entra Gesù, non sanno che l’uomo è posseduto, né chi sia Gesù; invece lo spirito impuro lo sa e glielo grida contro.A dominare la scena è Gesù e il suo insegnamento (chi Lui è, non tanto quello che fa), non lo strepito di un uomo posseduto da un demonio.È significativo che la liberazione dell’uomo avvenga in una sinagoga. Il popolo dell’antica alleanza conosceva certamente il mistero del male e la sua prepotenza che imprigiona la vita. Solo Dio può liberare da una schiavitù di fronte alla quale l’uomo è debole e vinto, incapace di affrancarsene; è il mistero del male, al quale è connesso il potere della morte. Israele già ha conosciuto la forza liberatrice di Dio, ma ora giunge la rivelazione della potenza divina capace di liberare l’uomo dal male: è l’incontro vincitore del Signore con il dramma della storia umana.Dopo il battesimo e la proclamazione della sua persona di Figlio di Dio, Gesù è spinto dallo Spirito nel deserto per sperimentare la tentazione. Anche ora, i primi discepoli, sono coinvolti nello scontro con il mistero e la potenza del male. Qui mistero sta a dire una realtà che umanamente non si può comprendere, possedere e dominare. Il Male è più grande dell’uomo ed è mistero in questo senso. La presenza del Figlio di Dio lo svela, lo risolve, lo domina, imponendogli il silenzio e la cacciata, perché tra Lui e il male c’è estraneità e inimicizia totale: Dio non c’entra col male!La reazione della gente – il timore e le tante domande – conferma la consapevolezza che il male non è solo conseguenza della cattiveria, ma è mistero negativo che imprigiona, mentre Gesù ne è il grande liberatore. Da qui lo stupore, la meraviglia, lo spavento e la fama di Lui.Dal punto di vista teoretico è ancora senza risposta il famoso quadrilemma attribuito a Epicuro: Dio o vuol togliere il male e non può; o può e non vuole; o non vuole e non può; o vuole e può. Se vuole e non può, è debole; se può e non vuole, è malvagio; se non vuole e non può, è malvagio e debole; se vuole e può, come si addice a Dio, perché esiste il male?Ciò che in se stesso è negativo e senza senso, Dio lo riempie del più alto significato e valore. Nella situazione del più grande male fa crescere il più grande bene. L’atroce passione, fisica e spirituale, di Gesù diventa il luogo della carità più sublime e più universale, del dono totale di sé al Padre e agli uomini. Il supplizio terribile diventa la croce gloriosa.La scena nella sinagoga è solo l’inizio.
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