“Non avevano ancora compreso la Scrittura”
At 10,34a.37-43; Col 3,1-4; Gv 20,1-9
1 Aprile 2021
“Non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti”. Giovanni termina il racconto della Risurrezione con un richiamo decisamente forte per farci comprendere che la fede dei discepoli, così come la nostra, da sola non è sufficiente per vivere e comprendere l’evento centrale di tutto il Vangelo. Per i discepoli la Risurrezione di Gesù non è un avvenimento scontato, lo si può comprendere solo entrando nel sepolcro guidati e introdotti da Pietro e sostenuti dall’amore sincero del discepolo che Gesù amava. Anche noi amiamo correre velocemente, vorremmo comprendere tutto e subito, ma spesso e volentieri cadiamo nel grande inganno di poter fare da soli, di poter comprendere il grande mistero della Pasqua senza Pietro, senza la Chiesa e senza quell’amore pieno di desiderio che spinge Giovanni a correre veloce. Per l’intera Sacra Scrittura la Risurrezione di Gesù è un avvenimento certo. “Egli doveva risorgere dai morti”. C’è una differenza sostanziale tra la fede dei discepoli e la fede che viene della Parola di Dio. Un abisso che può essere colmato solo dalla grazia. Il Vangelo di Giovanni afferma inoltre che solo il discepolo che Gesù amava; “E?den kaì epìsteusen”, vide e credette. Un’espressione sintetica, solenne, estremamente importante, perché è in quell’istante che nasce la fede nella Risurrezione. Ora vi è una domanda centrale senza la quale è davvero difficile capire l’evento centrale della nostra fede cristiana; Perché Giovanni “credette”, a differenza di Pietro? Tutti e due hanno visto le solite cose eppure Pietro restò perplesso, senza “ancora avere compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti”, come conferma il racconto di Luca 24,12: “Pietro tornò a casa pieno di stupore per l’accaduto”. Perché a Giovanni basta ciò che ha visto, appena entrato nel sepolcro, mentre a Pietro no? La risposta a questi interrogativi ci introduce nel mistero del sepolcro e ci svela la Risurrezione. Per comprendere abbiamo bisogno della corsa di Giovanni, del suo desiderio sincero di ritrovare Gesù dopo averlo perduto, ma abbiamo anche bisogno di Pietro perché all’inizio della sua dolora passione Gesù ha detto: “Pietro io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli”. Giovanni corre veloce, mosso dal desiderio di ritrovare per sempre Gesù, Pietro invece conferma suo fratello nel suo desiderio. Le fede di Pietro per quanto debole e imperfetta è sostenuta dalla preghiera di Gesù che lo chiama a confermare i fratelli. Chi corre veloce come Giovanni senza essere confermato da Pietro rischia di correre invano, chi invece arriva davanti al sepolcro e vede senza gli occhi del cuore rischia, come Pietro, di tornare a casa pieno di stupore per l’accaduto e nulla più. L’amore alimenta il desiderio e il desiderio quando è custodito dalla Chiesa ci apre all’incontro con Gesù Risorto. La Risurrezione del Signore segna il vero rinnovamento della nostra condizione umana. Cristo ha sconfitto la morte, causata dal nostro peccato, e ci riporta oggi alla vita immortale, vita che possiamo sperimenta tutte le volte che corriamo verso Gesù, mossi dall’amore e confermati nella verità. “Surrexit Dominus vere! Alleluja!”.
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