Una vita nuova da risorti, da battezzati
1 Aprile 2015
Fino a non molti anni fa, e in parte tuttora, il Battesimo era un dato ovvio e marginale per le comunità cristiane e anche per il singolo cristiano. Era scontato che si battezzasse un bambino dopo qualche giorno o qualche settimana dalla nascita e che questo non interessasse particolarmente la comunità parrocchiale, che spesso ignorava non solo i nomi dei battezzandi, ma anche il fatto stesso che nella tal data si celebrasse il Battesimo di qualcuno. Di conseguenza pure l’investimento di energie e di persone fatto dalle comunità cristiane per questo sacramento era ed è del tutto sproporzionato rispetto all’impegno riservato, ad esempio, per la prima Comunione, per la Cresima, per il Matrimonio o per l’attività caritativa e ricreativa.Anche a livello personale, difficilmente pensiamo al Battesimo e lo riteniamo decisivo per la nostra vita. Eppure è ciò che ci ha resi cristiani. Ed è qualcosa di tutt’altro di poco importante se per qualcuno ancora oggi, purtroppo, il semplice fatto di essere battezzato porta a essere perseguitato e ucciso… Il Battesimo ci ha fatti cristiani non come se fosse l’analogo di una tessera che ci fa aderire a un’associazione e neppure di un rito di ingresso in qualche realtà comunitaria (una specie di investitura). No, il Battesimo è il sacramento che ci ha inserito nella Pasqua di Cristo, ci ha fatto partecipare alla sua morte e risurrezione. Per dirla con san Paolo nella lettera ai Romani: “O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione” (Rm 6,3-5). Il Battesimo ha così detto la parola decisiva per la nostra vita: è cominciata per noi una vita nuova, certo pur tra le fatiche e le incertezze del cammino umano, ma una vita che sfocerà nella risurrezione senza soluzione di continuità: la morte fisica sarà solo un passaggio verso la pienezza di vita con il Signore. Siamo già, infatti, morti e viviamo già una vita nuova da risorti.Forse, però, non ne siamo consapevoli e allora celebrare la Pasqua anche quest’anno può essere l’occasione per ricordare che lì, nella morte e risurrezione di Gesù, siamo nati come figli di Dio; lì troviamo il nostro vero essere; lì è stato detto e compiuto tutto ciò che conta nella nostra vita. Il Battesimo allora, partecipazione alla Pasqua di Cristo, non è un rito di inizio vita, una benedizione che male non fa…, un fatto ovvio e da dimenticare perché poi le cose serie della vita sono altre… È invece un cambio radicale di essere e quindi di vita e lo sa bene chi sceglie ancora oggi di diventare cristiano in una società che è ostile al Vangelo. Il Battesimo è fondamentale per ciascun credente. Anche per Papa Francesco la cosa più importante è il Battesimo e non l’essere Papa! Papa Francesco più volte ha invitato a ricordare la data del proprio Battesimo e spesso a chi partecipa all’Angelus della domenica offre dei sussidi per sostenere la vita cristiana a cominciare dal testo del Vangelo. Perché la vita nuova è quella secondo il Vangelo, che deve essere il riferimento per le scelte fondamentali della nostra vita, ma anche per quelle di ogni giorno.L’augurio pasquale per ciascuno di noi è quindi quello di trovare nella morte e risurrezione di Cristo l’origine del nostro essere figli del Padre, fratelli di Cristo, tempio dello Spirito Santo, membra vive del Corpo di Cristo che è la Chiesa. Che il segno di croce di ogni mattina, il segnarci con l’acqua benedetta quando entriamo in chiesa, il sostare in preghiera davanti al battistero dove siamo stati battezzati, il pregare il santo o la santa che ci è stato affidato come patrono il giorno del nostro Battesimo, … tutto ciò faccia crescere la nostra consapevolezza di aver ricevuto il dono immenso del Battesimo e ce lo faccia vivere con semplicità e con gioia. Ma ci deve essere anche l’augurio per ogni nostra comunità parrocchiale. Anche partendo dalle indicazioni offerte con le lettere pastorali di questi due anni, riscopra in questa Pasqua, in particolare nella Veglia pasquale, la centralità e la priorità del Battesimo. Ne saranno segno la gioia di tutta la comunità per i nuovi battezzati (e non solo dei genitori, dei parenti, del parroco e dei pochi “addetti ai lavori”…); il sacramento celebrato non quasi di nascosto, ma possibilmente nella Messa domenicale; l’accoglienza e l’accompagnamento dei genitori che chiedono il Battesimo; un itinerario catechetico di progressivo inserimento nella vita cristiana che vada dal Battesimo alla catechesi per gli altri sacramenti della iniziazione cristiana e al loro portare frutto nell’età dell’adolescenza e della giovinezza; l’attenzione anche a ragazzi, giovani e adulti non ancora battezzati; il ripristino, per quanto possibile, di una sede degna per il battistero; l’impegno per una vita cristiana più evangelica; il sentirsi comunità di figli e figlie di Dio.Concludo facendo mio l’augurio di Paolo: “Come Cristo fu risuscitato dai morti… così anche noi possiamo camminare in una vita nuova / Kakor je Kristus vstal od mrtvih… tako tudi mi stopimo na pot novosti življenja / Come che Crist al è resurît dai muarz…, cussi ancje nô o vin un mût di vivi gnûf crei”.
† Carlo Roberto Maria RedaelliArcivescovo
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