Presenti. Sul territorio
10 Aprile 2015
Immigrazione, dialogo interetnico, corretto svolgimento del lavoro nella Pubblica Amministrazione. Sono queste le “sfide” che il dottor Lorenzo Pillinini – nuovo questore di Gorizia – è pronto ad accogliere. Incontrando la stampa in un appuntamento di presentazione, il questore si è subito soffermato su quello che, da diversi mesi ormai, è l’argomento che maggiormente “tiene banco” su tutte le testate, quello cioè degli immigrati che arrivano in città con la speranza di ottenere lo status di rifugiati. “La Polizia in questo particolare momento storico è molto attenta al fenomeno della presenza di profughi – ha riferito Pillinini -, che vede oltre alla Questura la compresenza di tanti protagonisti: Forze dell’Ordine, Prefettura, Comuni, associazioni di volontariato… Il nostro compito è non rifuggire dalla nostra responsabilità, cercando di armonizzare l’intera sequenza che comprende la trattazione della vita di queste persone, tanto più in una città che ha dimensioni contenute e dove le problematiche quindi risultano amplificate”.Il dottor Pillinini, proveniente dalla Polizia di Frontiera di Udine, conosce molto bene la situazione regionale per quanto riguarda i movimenti migratori. “Quello udinese è indubbiamente un territorio più vasto – ha asserito – che però consente di distribuire più persone in vari punti. Quello che si deve evitare è proprio la concentrazione in un unico territorio, in special modo se di dimensioni ridotte. La componente della Polizia di Stato è di documentare chi arriva sul nostro territorio, vale a dire registrarne nome, cognome, provenienza, con dati che siano certi. Il problema è poi di tutti: Comuni, Province, Regioni… Non ho ancora avuto modo di dialogare con i sindaci di Gorizia e Gradisca d’Isonzo, certo la questione di fondo è domandarsi: è più opportuno che persone vaghino lungo la città e l’Isonzo, con una coperta di stelle, o è meglio che abbiano un tetto sulla testa, come ad esempio il ristrutturato Cie? Ovvio poi che tutto va commisurato e calato sulla realtà del posto”.Il questore si è quindi soffermato sulla realtà del monfalconese, che ha definito “un territorio interessante e un osservatorio per la presenza cosmopolita e la struttura industriale che lo caratterizzano, prestando particolare attenzione a eventuali infiltrazioni criminali”. Riguardo la componente multietnica, Pillinini ha sottolineato come “l’Islam non va direttamente collegato con il terrorismo. A Monfalcone inoltre troviamo presenze sunnite, non sciite, e al loro interno ancora varie etnie, accomunate dallo stesso Credo ma con storie e realtà di provenienza diverse. La Polizia si interfaccia con i loro referenti, con i quali i rapporti sono molto buoni; i problemi possono in caso derivare da gruppi autonomi, che viaggiano sul web e non frequentano le moschee, ma anche in questo caso la Polizia Postale è costantemente attiva, interfacciandosi poi con le fonti “umane”. Sono questioni delicate, da vagliare di volta in volta e cercando sempre di rispettare prima di tutto le vite delle persone”.Infine il dottor Pillinini si è soffermato sulla questione legata ai reati all’interno della Pubblica Amministrazione, da lui stesso definiti “particolarmente odiosi”. “Il capo della Polizia nazionale ha raccomandato un monitoraggio e un controllo costante contro questo tipo di reati – ha illustrato -: i dipendenti pubblici sono a servizio della nazione e devono compiere il loro lavoro con disciplina e ordine. Metteremo particolare attenzione al controllo su queste attività e, a breve, ci confronteremo con la Magistratura su questo tema”.
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