Cirenei, contro il silenzio
30 Aprile 2015
E così si potrebbe sdoppiare l’articolo 18 che oggi sottolinea come ogni individuo abbia “il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione”. La libertà di pensiero guadagnerebbe senz’altro un’ipotetica prima categoria.Abbiamo ancora in mente lo sdegno internazionale dopo la strage nella sede di Charlie Hebdo nello scorso gennaio. Per tutelare quello che veniva – giustamente – considerato un attentato proprio alla liberà di pensiero, erano scese in piazza milioni di persone in tutto il mondo; per i boulevard di Parigi erano sfilati a braccetto i potenti della Terra. Molti dei quali, sia detto per inciso, sono a capo di regimi non proprio tolleranti verso la libertà di stampa ed opinione…In seconda categoria finirebbe la libertà di religione, soprattutto per quanto riguarda i cristiani.Per i 150 giovani studenti kenyoti massacrati ad inizio aprile nel campus universitario di Garissa nessun Capo di Stato si è scomodato. Erano stati uccisi perché cristiani e per la morte dei cristiani, in tante parti, del mondo l’opinione pubblica internazionale ha smarrito – da tempo! – la capacità di indignarsi. E così, come ha ricordato papa Francesco durante la Via Crucis al Colosseo – “questi nostri fratelli sono perseguitati, decapitati e crocifissi per la loro fede, sotto i nostri occhi e spesso con il nostro silenzio complice”. Siamo sempre più ciechi e muti, distratti ed indifferenti dinanzi a quanto avviene a chi professa la fede in Cristo in Siria o in Nigeria, in Corea del Sud o nel Laos: un atteggiamento dettato dalla paura o da interessi politici o magari, figlio della diffusa sensazione di impotenza dinanzi ad avvenimenti che sentiamo tanto distanti quanto più grandi di noi. Sempre più spesso non abbiamo il coraggio di dirci cristiani Eppure, da credenti, un aiuto concreto – quello spirituale – lo possiamo offrire da subito a questi nostri fratelli nella fede. La nostra Chiesa diocesana dedicherà la preghiera mariana del mese di maggio ai cristiani perseguitati in tutti i continenti: sarà un modo importante per iniziare a stracciare il velo di silenzio sceso sul loro martirio, facendoci, almeno per un tratto di strada, cirenei nella loro Via Crucis.
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