Il cimitero dei Cosolo a Fogliano
20 Maggio 2015
Ogni tanto forse preoccupata dal nostro vociare una signora burbera ma buona di cuore chiamata “la Bruna della Monte” che abitava nella casa accanto alla chiesa, veniva a darci un’occhiata, attenta che qualcuno di noi non combinasse qualche marachella. Sicuramente nessuno di noi immaginava che stavamo giocando sopra il primo cimitero dell’antico villaggio di Fogliano che doveva risultare alla vista qualche secolo prima, come quello dei piccoli e graziosi campisanti che si trovano ancora oggi in qualche paesino di montagna del Trentino o dell’Alto Adige. Sinceramente a nessuno di noi interessava la storia patria e neanche il significato delle parole incise nelle lapidi addossate alla parete della chiesetta (fatte oggetto negli anni scorsi di un intervento inqualificabile) e gli strani blocchi di pietra che in quel tempo si trovavano a lato della chiesa verso Sagrado. Invece il piccolo cimitero dei Cosolo posto a fianco in direzione del borgo del Cornat destava in noi uno strano interesse. Era un luogo magico e misterioso, naturalmente non sapevamo chi erano i Cosolo e per quale motivo i loro morti erano tumulati in quel luogo e non nel cimitero comunale del paese. Sapevamo solo che i Cosolo erano i Siori de Fojan. Ogni tanto nelle serate estive con il cuore in gola scavalcavamo il piccolo cancello e giravamo incuriositi tra le tombe. Esisteva tra di noi una prova di coraggio che consisteva nel rimanere di sera al suo interno, mentre altri ragazzi nascosti gridavano nelle grondaie. Eravamo ragazzi ingenui, bravi ed educati nessuno di noi in quelle estati passate a giocare intorno alla nostra chiesetta (come i ragazzi della Via Paal) commise niente di male. Oggi ci rimane solo il ricordo venato di nostalgia di una spensierata gioventù a giocare nel sagrato della nostra per sempre “ceseta de la monte”. Le prime notizie dell’esistenza di un cimitero presso la chiesetta di Santa Maria in Monte ci sono fornite da un verbale di una visita Pastorale eseguita dal Patriarca Francesco Barbaro nel giugno del 1593, quando Fogliano faceva parte del “Territorio” di Monfalcone. A 70 anni dalla sua fondazione il visitatore segnalava che “Vi sono due altari consacrati alla Vergine Maria e a San Valentino con due confraternite” il segno questo che malgrado guerre, carestie o epidemie, comuni in quei tempi le piccole Comunità come Fogliano e Sagrado tenacemente resistevano alle avversità del destino. Il Patriarca infine ordinò anche ai fedeli del villaggio l’allargamento dell’altare e di demolire la sepoltura posta in un angolo all’interno della chiesa, di rifare le porte inoltre che nel cimitero “si divelgano gli alberi e tutti i cespugli” e di apporre una grata al suo ingresso. Il fatto che il Patriarca Barbaro ordinasse in quell’anno di demolire una sepoltura posta dentro la chiesa, avvalora la leggenda che Teodoro del Borgo, vi sia stato inumato alla sua morte, avvenuta in data imprecisata. Infatti l’attuale pavimento venne rifatto per l’ultima volta nel 1883 come si legge oggi all’entrata principale. Con il passare dei secoli e con l’incremento della popolazione venne creato un altro camposanto: il sito si trova dietro la chiesa un’ampia superficie priva di pietre usata per l’ora di educazione fisica negli anni ’60 quando noi ragazzi frequentavamo la Scuola di Avviamento Industriale. Nel 1860 il Consiglio Comunale di Fogliano con alla testa Antonio Ceriani di Polazzo decise di costruire un nuovo camposanto (quello attuale) a metà tra due Comuni Catastali fuori dal centro abitato accanto alla strada Postale d’Italia: esso venne completato con una piccola Cappella dedicata a San Michele Arcangelo nel 1863. Il privilegio di usufruire di un cimitero privato da parte della famiglia di Notai Cosolo venne concordato sicuramente molti anni prima con il Parroco di San Pier d’Isonzo e la vicinia di Fogliano. In cambio della cura e del mantenimento dell’edificio religioso, esso venne sancito con un atto notarile. Don Ippolito Pellis nei suoi Bollettini Parrocchiali degli anni ’60 ne riporta il fatto ma senza citare la data. Fu un vero affare per i due contraenti; la piccola pieve di san Pier non aveva più pensieri mentre per i Cosolo, oltre al prestigio materiale, c’era il privilegio di servire il Signore conservando al meglio la chiesetta e il cimitero. Un privilegio secolare che prosegue ancora oggi con Tommaso e Orietta Cosolo di Fogliano.
La storia di una famiglia originaria di Venezia
Famiglia di notai, i Cosolo giunsero a Monfalcone e Polazzo da Venezia, per tenere i conti dei frati di San Pietro Martire di Murano. Il primo Cosolo che viene citato in un documento è Bastian che visse nella metà del 600, egli fece studiare par notaro e perito il figlio Antonio. Il 13 dicembre 1698 il Notaio Antonio Cosolo presiede la riunione di tutti i Degani del Territorio. La vicenda storica dei Notai Cosolo di Polazzo continua con Giovanni Battista che firma molti atti e testamenti dal 1738 al 1771. Il primo Notaio che si trasferisce a Fogliano è Giacomo Cosolo che firma il primo documento a Fogliano il 4 gennaio 1786. Con la sua scomparsa avvenuta a Fogliano come attesta la lapide posta sul muro della chiesetta (lato sinistro) all’interno del cimitero la dinastia dei Cosolo a Fogliano si estingue e continuerà a Ronchi con Giuseppe. Proprietari terrieri illuminati, come Felice, avranno nel periodo precedente alla prima guerra mondiale rilevanti incarichi politici come Podestà ed alte cariche amministrative come Podestà di Fogliano ma saranno medici e militari nell’ambito della Contea di Gorizia e Gradisca e sempre comunque sostenitori del partito liberal-nazionale che auspicava l’unione con l’Italia. Il 24 maggio 1915 un reparto del Genio A.U. fece brillare delle cariche esplosive facendo saltare il campanile innalzato nel 1815 ed il cimitero venne così completamente sommerso dalle macerie. Quello che vediamo oggi risale all’anno 1923. Nella cappella riposano i seguenti componenti della famiglia Cosolo: Luigia (1850-1857), Giacomo (1790-1866), Lucrezia Contessa di Porcia e Brugnera nata Contessa D’Altan (1814-1873), Felice (1842-1883), Carolina nata Zandonati (1804-1887), Renato (1878-1893), Barbara nata Contessa di Porcia e Brugnera (1846-1909), Virgilio (1880-1919), Pirro (1872-1943),. Eugenio Chiesa (1861-1956), Ester (1872-1956), Gino (1876-1961), Libera (1888-1977), Angela Giussani (1874-1963), Giulia Petrucco nata Cosolo (1942-1990), Sergio (1912-1996), Sandra Giussani Cosolo (1912-2000).Grazie a Barbara, Orietta e Tommaso Cosolo.
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