Monte Santo: verso i 300 anni dall’Incoronazione

Tra due anni, nel 2017, si ricorderanno i 300 anni dall’Incoronazione della Madonna di Monte Santo, avvenuta a Gorizia in piazza Grande (Travnik ora Vittoria) nel 1717.Accade spesso di ricordarsi degli anniversari quando sono già passati, magari per un soffio, perdendo un’opportunità per valorizzare delle occasioni che la storia ci offre e che spetta a noi – generazione presente – decidere di accogliere o ignorare, ma almeno consapevolmente.Già due anni fa, su queste pagine, si era fatta menzione di questo anniversario a suo modo significativo, perché in grado di poter stimolare quel collegamento tra la città e il suo santuario che nel tempo si è smarrito, perdendo di fatto la strada del Monte Santo.Nel 2007 si svolse proprio nel santuario la 1^ Festa dei Campanari del Goriziano. Nell’occasione venne organizzato un convegno a più voci che aveva come tema “Monte Santo e il Goriziano: un rapporto da riscoprire”, ed è utile a questo proposito recuperare alcune riflessioni che dettò  don Luigi Tavano: “Siamo qui questa sera a riscoprire questo nostro appartenere ad una “patria” comune: come suggerisce il termine, luogo dei nostri “padri” che qui hanno convissuto per secoli. Ma è altrettanto vero che ci sono stati, per restare ai nostri tempi, quaranta anni di confine – e che confine! – che ha causato tanti guai. Che per i fedeli italiani, friulani, triestini, ha significato un’interruzione ed una dimenticanza di Monte Santo come una realtà di casa. Certamente la Chiesa non ha aspettato l’Unione Europea per riprendere i rapporti intessuti per tanti secoli fra la pianura, la città ed il santuario. Ma quei 40 anni pesano ancora troppo. […] Occorre che i fedeli del Goriziano vengano aiutati e rieducati a rispondere quassù all’invito di Maria”.Un auspicio che il prossimo anniversario potrebbe tramutare in realtà, magari portando nuovamente la venerata immagine della Madonna di Monte Santo in quella piazza, che guarda il santuario, in cui venne solennemente incoronata il 6 giugno 1717.Nell’Impero asburgico, fu la seconda effigie della Vergine ad essere incoronata, due anni dopo quella di Tersatto, e addirittura qualche mese prima della Madonna di Cz?stochowa, nell’odierna Polonia. Interessante rileggere la cronaca di quella importante giornata, tratta dal “Compendio storico della erezione distruzione e riedificazione del Santuario di Maria SS. Di Monte Santo sopra Salcano vicino Gorizia” edito nel 1841: “La gran piazza della città, denominata Traunich, fu il luogo destinato alla solennissima funzione (e perciò nella facciata del Palazzo di S.E. il Sig. Gerolamo Conte della Torre, Maresciallo della Provincia, in cui ad eterna memoria vi si vede ancora incisa in pietra l’effigie di M.V. di Monte Santo): fu perciò innalzato un vastissimo Padiglione ornato a modo di Sacro Tempio, con nobilissimo Trono, dove trasportata con somma pompa la sacra Immagine, fu collocata, e col consueto rito, tra spari, evviva, e divote lacrime fu affissa una Corona d’oro alla Beata Vergine, ed altra al Divinissimo Figlio, ammendue arricchite di gemme offerte dalla signora Contessa Anna Catterina de Selemberg di Lubiana; e dopo essere stata la Sacra Immagine esposta alcune ore in Duomo, poi alla Chiesa delle Monache Orsoline, indi nel Convento di S. Chiara, per soddisfare al divoto zelo di quelle sacre vergini, fu la medesima sera con lo stesso maestoso apparato ricondotta a Salcano nella Chiesa dell’Ospizio dei medesimi Religiosi di Monte Santo, ove con egual pompa la mattina seguente fu riportata, ed ivi per otto giorni sopra innalzato Trono collocata, e con ogni genere di funzioni venerata. Tale e tanto fu il concorso in questi otto giorni che arrivarono al numero di cento e trentatremille le Sacre Particole che pria numerate, e poscia consacrate, furono distribuite ai Fedeli”.Si potrebbe obiettare che ora il Santuario è oltreconfine e in un’altra diocesi, ma la risposta potrebbe essere condensata nella celebre frase che l’avv. Carlo Doliac pronunciò all’inaugurazione del Circolo Cattolico del Goriziano, nel 1870: “La fede c’insegna che, quando verremo chiamati al Divin Giudice a rendere ragione dei fatti nostri, non ci chiederà se siamo italiani o sloveni, ma in qual modo abbiamo custodito il deposito della nostra fede. In questa fede che chiamerò nazionalità cattolica, noi tutti dobbiamo convenire per formare un solo Ovile sotto un solo Pastore”.Monte Santo – Sveta Gora – Monsanta ci attende; e come si legge sulla facciata “Ego autem steti in monte sicut prius”.