Una settimana per riflettere sull’educare al giorno d’oggi

Dopo l’avvio del percorso sul Patto educativo globale per “Un Noi generativo” nel settembre 2021, l’Unità Pastorale della Bassa Friulana ha rilanciato la proposta dando vita alla Settimana per l’educazione, che già in fase organizzativa ha registrato la condivisione del Comune di Cervignano, che ha dato il patrocinio, dell’Azione Cattolica, del gruppo AGESCI Cervignano I, della Scuola Parrocchiale dell’Infanzia e dei Veterani dello Sport. L’iter si è articolato in 4 diversi incontri, il primo rivolto a tutti i soggetti interessati all’educazione; gli altri 3 distinti per fasce di età: 3-6 anni, 7-11, 12-16. Il 30 gennaio, al teatro Pasolini, un pubblico molto numeroso ha seguito con interesse il dibattito, moderato dal giornalista Andrea Doncovio, sul tema “Bimbi accelerati, ragazzi stressati? Per un’alleanza educativa tra generazioni”, introdotto da un breve video in cui bambini e ragazzi rispondevano alla domanda su cosa piace di più o di meno negli impegni della giornata (meno: scuola e compiti!). Dopo i saluti del sindaco, del consigliere delegato alle politiche giovanili e del parroco, alcuni rappresentanti di diverse agenzie educative (una mamma, un’insegnante di scuola primaria, un allenatore sportivo, una catechista) hanno proposto interrogativi ed esperienze sui problemi delle agende affollate di bambini e ragazzi e sulla loro adultizzazione, temi su cui è intervenuto il prof. Luca Grion, docente di filosofia morale ed esperto di etica dello sport, ma, come lui stesso ha sottolineato, anche padre, consapevole che il contesto in cui si vivono oggi infanzia e adolescenza non è più quello sperimentato dalle generazioni adulte. Con questo contesto di “cambiamento d’epoca” bisogna fare i conti, senza rigidità e demonizzazioni. Impossibile sintetizzare qui la ricchezza di un dibattito a più voci che ha approfondito vari aspetti dell’argomento proposto, rispondendo anche a domande e commenti on line dei presenti in sala: dal pluralismo che crea conflitti di valori alla richiesta sociale di performance precoci, particolarmente evidente nel mondo dello sport; dalla saturazione di impegni pomeridiani nella ricerca di sperimentare tutto, senza una decisione che implica rinuncia a qualcosa, all’esigenza di demistificare il mito del talento per riscoprire, in una logica inclusiva, la parabola dei talenti con la pazienza di attendere i tempi di maturazione dei ragazzi; dall’odierna ossessione per la sicurezza, che limita l’autonomia e la possibilità di rispondere creativamente alla noia, all’interrogativo su quanto i nostri spazi urbani siano a misura di bambino. Ogni cambiamento implica che contemporaneamente si acquisti qualcosa e qualcos’altro si perda: necessario oggi ritrovare un equilibrio, recuperando in ogni ambito un’attenzione educativa e la dimensione della lentezza, che permette ascolto, riflessione, dialogo. La società dei consumi preme per l’accelerazione del tempo e la precocizzazione di comportamenti, come segnalato dal libro dello psicoterapeuta Alberto Pellai “Tutto troppo presto”: da soli è difficile praticare vie alternative mentre il riconoscimento di un problema comune può costituire la base di un’alleanza per trovare insieme soluzioni, negoziando regole, atteggiamenti e anche orari condivisi fra le diverse agenzie educative. L’alleanza fra generazioni, con l’obiettivo del bene possibile, richiede che siano rispettati gli spazi e i ruoli di ciascuno: genitori che fanno i genitori e non gli amici dei figli, evitando la schizofrenia dell’adultizzazione dei bambini e del prolungamento all’infinito dell’adolescenza, con giovani cui spesso non viene permessa l’assunzione di responsabilità sociali. Per costruire un patto educativo di comunità serve un percorso sinodale, cominciando dall’ascolto reciproco di tutti i soggetti interessati per poi individuare le priorità da perseguire insieme fra Parrocchia, Comune, scuole, associazioni sportive e culturali: è in fondo la riscoperta della politica in senso alto, come progetto di futuro di una polis-comunità.Anche l’adesione alle successive serate, per la cui conduzione si sono rese disponibili persone coinvolte direttamente nell’educazione, anche a livello professionale, è stata elevata, con un totale di circa 120 iscritti: il gruppo più frequentato riguardava i ragazzi fra 12 e 16 anni, non a caso la fascia di età di cui molte ricerche hanno evidenziato le ricadute problematiche a livello psicologico e sociale del periodo di restrizioni appena trascorso.E adesso il percorso continua, con verifica di quanto realizzato e progettazione di altri passi verso il sogno di una comunità educante: come scriveva Danilo Dolci, “Ciascuno cresce solo se sognato”.

Gabriella Burba

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Uno scambio di esperienze ricco di suggestioni

Nella Settimana dell’Educazione, sono state davvero tante le famiglie coinvolte nelle diverse serate dedicate all’educazione dei bambini e ragazzi. Oltre all’incontro di cui abbiamo riferito nell’articolo di apertura, tre equipe di genitori hanno preparato le tre serate per fasce di età, svoltesi nella Sala “don Silvano Cocolin” rispettivamente per i genitori di bambini 3-6 anni, 7-11 anni e 12-16 anni. L’aiuto delle esperte Marina Biancotto, Elena Flaugnacco e Anna Nosella ha offerto ai presenti ricche indicazioni pratiche sull’azione migliore da condurre con i figli. Vivace il dialogo tra i presenti e ricco lo scambio di esperienze. Gli organizzatori dell’evento ringraziano la Scuola dell’Infanzia Maria Immacolata, con la sua coordinatrice Rosy Venneri, e il gruppo di lavoro, Gabriella Burba, Maria Luisa Giusti e Luca Tardivo con l’Azione Cattolica che, insieme a Maurizio Trevisan e Giacomo Bortolossi, hanno curato l’aspetto tecnico. Livio Nonis