Lavoro: cresce l’aggressività

Sui posti di lavoro cresce l’aggressività da parte di chi occupa posizioni dirigenziali e aumenta il mutamento delle condizioni occupazionali del lavoratore, spesso con l’attribuzione di compiti eccessivi rispetto la sua mansione e le ore lavorative.Questo in parte il quadro presentato dall’avvocato Teresa Dennetta e dalla consigliere comunale Marilena Bernobich per l’attività 2022 del Punto di Ascolto Antimobbing di Gorizia.Il Punto di Ascolto nasce da un progetto in partenariato tra l’associazione S.O.S Abusi Psicologici ODV e il Comune di Gorizia, offrendo uno strumento che la Regione Friuli Venezia Giulia mette a disposizione gratuitamente per i cittadini che, in difficoltà, cercano soluzioni nei contesti e nell’ambito lavorativo. Come sottolineato dall’avvocato Dennetta infatti, il Punto non nasce come luogo dove porre una causa o una denuncia, ma come luogo dove poter chiedere strategie per affrontare la propria situazione lavorativa, costruendo insieme a un team di esperti una strategia di difesa.Il Punto di Ascolto Antimobbing offre un servizio di supporto legale, medico del lavoro e psicologico, con un gruppo di lavoro costituito da un’operatrice di accoglienza, un avvocato giuslavorista, una psicologa psicoterapeuta e un medico del lavoro. Importante anche la rete sul territorio che si va via via allargando con i sindacati e i medici di base, questi ultimi in particolar modo spesso i primi ad accorgersi e a mettere in luce una situazione di mobbing.Venendo ai dati relativi al 2022, le persone che hanno beneficiato del servizio sono state 80, 49 donne e 31 uomini. “La percentuale maschile risulta aumentata rispetto al 2021 – ha spiegato Dennetta – passando dal 33 al 39%. In genere gli uomini fanno più fatica a presentare la loro situazione, la vivono come una vergogna”; l’aumento dei casi presentati significa quindi una crescente consapevolezza e minor stigmatizzazione.Importante anche il dato che riguarda i nuovi accessi, ben il 76% del totale; solo il 16% riguarda situazioni che si presentano per il secondo anno e l’8% al terzo. La situazione di disagio viene quindi nella maggioranza delle volte, grazie al lavoro d’insieme, risolta entro l’anno dalla presentazione del caso.Per quanto riguarda le fasce d’età coinvolte, quella che ha registrato l’aumento maggiore è quella dai 51 anni in su, passata dal 41 al 49%; in diminuzione la fascia 20-30 anni, calata dal 12 al 5%. L’avvocato ha spiegato come questo fattore sia strettamente connesso con le tipologie contrattuali: le fasce più alte d’età infatti spesso presentano contratti a tempo indeterminato, trovandosi quindi in difficoltà in una situazione lavorativa di lungo periodo.Per quanto riguarda il “mobber”, ossia la persona che esercita il mobbing, crescono le vessazioni perpetrate da donne: nei casi segnalati 34 su 80 avevano per un mobber uomo, 36 una donna. “Questo significa un’acquisizione, anche dalla componente femminile, di comportamenti aggressivi tipici della scalata al vertice” ha illustrato Dennetta.In conclusione, chi è l’utente medio del Punto di Ascolto? “Chi chiede il rispetto dei propri diritti – ha concluso l’avvocato – e il lavoratore “modello”, che si impegna, crede nel proprio lavoro e nelle proprie capacità, che ha una propria integrità e non vuole “piegarsi” accettando vessazioni”.Il Punto di Ascolto Antimobbing ha sede presso il Centro Lenassi in via Vittorio Veneto ed è attivo il martedì e venerdì dalle 12 alle 17 e il giovedì dalle 9 alle 17. Ha carattere sovraprovinciale e comprende anche l’area triestina.Le consulenze sono gratuite, riservate e in anonimato; è possibile accedervi anche telefonicamente allo 0481 383515 e via e-mail scrivendo a: antimobbing.gorizia@gmail.com.Al sito www.antimobbing.it possono essere trovate ulteriori informazioni sull’attività del Punto.Sel.Trev.