Don Diego Bertogna: testimone fedele della Parola

Don Diego può essere ricordato in tanti modi: è stato per più di quarant’anni parroco di S. Anna, accettando la proposta del Vescovo di sostituire don Alberto, primo parroco, arrivando in una parrocchia che stava vivendo un momento difficile di discernimento, tensione e divisione, riuscendo a ricreare il clima di comunità cristiana. Come insegnante di Religione prima alla scuola elementare e poi all’Istituto Professionale “Cossar”.  Come assistente di alcune associazioni: assistente Giovani dell’Azione Cattolica negli anni 1970-76, primo Assistente dell’ACR 1976-77, rimarrà legato all’associazione partecipando alle Tre Giorni e a vari Convegni.Assistente dell’AIMC e degli Scout di S. Anna.Ma una delle caratteristiche del suo ministero è stata la fedeltà a quella promessa fatta al momento dell’ordinazione nella Basilica di Aquileia nel 1967, servendo la Chiesa sempre, finché la salute gli ha permesso: era uno di quei sacerdoti che non poteva andare in pensione.Sacerdote attento, sempre aggiornato, partecipava agli incontri diocesani e stimolava i laici con i quali collaborava a partecipare a questi momenti,… quanti scambi di opinioni nei viaggi o nei giorni successivi.Attento e curato nelle celebrazioni, cercava attraverso i segni, nei periodi forti del calendario liturgico, di far riflettere e stimolare impegni in particolare per la carità, che lui ha sempre praticato, non ha mai mandato via qualcuno che bussava alla sua porta in cerca d’aiuto.Ma in questi ultimi anni due cose vanno ricordate sempre in questa ottica di fedeltà: l’accettazione nel 2018 di lasciare la guida attiva della comunità, a seguito della nascita dell’Unità Pastorale che ora si chiama “Porta Aperta”, sicuramente con sofferenza, ma vissuta nello spirito di obbedienza che aveva promesso, ha sempre spronato la Comunità di S. Anna ad accettare questo nuovo modo di essere comunità in questo tempo nel quale stiamo vivendo. La seconda, durante la malattia, testimoniando  come, con il Signore vicino, la preghiera e la pazienza, si possano superare molte difficoltà, affrontandola  con il coraggio e la determinazione che lo hanno sempre distinto. Al riemergere del male, superato il primo periodo critico, era ritornato al suo posto e finché gli è stato possibile ha continuato a vivere nella canonica, a concelebrare l’eucarestia domenicale, a partecipare e predicare ad alcuni funerali ricordando le persone che la comunità stava salutando.Paolo nella lettera a Timoteo ha scritto “ho combattuto la buona battaglia, ho finito la corsa, ho conservato la fede” questo è successo anche a don Diego e lo ha testimoniato sempre particolarmente nell’ultimo periodo nella Casa del Clero, alle persone che andavano a visitarlo accogliendole serenamente e lasciando loro  sempre un pensiero, nell’attesa di ritornare al Padre.Il suo ricordo resti in benedizione.

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Don Diego era nato a Pieris il 30 ottobre 1942 ed era stato ordinato sacerdote nella basilica di Aquileia il 2 luglio 1967 per l’imposizione delle mani dall’arcivescovo-vescovo di Trieste, mons. Antonio Santin.I primi anni del ministero presbiterale lo videro vicario della chiesa metropolitana di Gorizia.Nel marzo 1976 l’arcivescovo Cocolin lo nominò parroco della comunità di Sant’Anna a Gorizia: don Diego vi giunse in un momento in cui quella comunità – allora periferica alla città – stava vivendo un periodo difficile di discernimento, tensione e divisione. Assieme ai sacerdoti che lo affiancarono in questo impegno, diede nuovo impulso alla vita della comunità cristiana rimanendone alla guida per oltre 42 anni anni fino al settembre 2018 quando lasciò la responsabilità diretta della parrocchia (inserita nella neocostituita Unità pastorale con quelle del Duomo, di S. Ignazio e S. Rocco).Sino a quando le condizioni di salute glielo hanno consentito ha comunque continuato a vivere nella casa parrocchiale proseguendo il proprio ministero con quella capacità di accoglienza e di dialogo che ne hanno sempre caratterizzato la missione sacerdotale. Fra i vari servizi resi in diocesi quelli nel Collegio dei Consultori e di Assistente dell’Acg e dell’Acr diocesane e dell’Associazione maestri cattolici. È spirato nella Comunità sacerdotale di Gorizia dove negli ultimi anni era stato seguito con cura dal personale e dove non mancava di ricevere le visite delle tante persone che avevano avuto la fortuna di conoscerlo.